Quando il demonio si nasconde dietro un avatar

Live stream da ask_Jesus
Photo: RM 5000 - YouTube

C’è un fenomeno sempre più diffuso quanto sottovalutato. Parliamo dell’exploit del cristianesimo virtuale, in cui l’incarnazione di Gesù e la vita vissuta dei santi vengono svuotati di significato e rimpiazzati da improbabili simulacri plasmati non dal caloroso soffio dello Spirito ma dai gelidi ingranaggi dell’intelligenza artificiale. È proprio così: in vari angoli della terra, si moltiplicano i web designer e i programmatori informatici impegnati senza posa nel creare avatar religiosi altamente suggestivi e altrettanto ingannevoli e subdoli.

Andiamo subito all’esempio più clamoroso: su Twitch, ha superato i 73mila utenti il profilo ask_Jesus, consistente in un live stream permanente dove un Gesù-avatar veste come un francescano ed è circonfuso di una strana luce, simile a quella delle immagini dei santi. Al di là delle inesattezze iconiche e delle movenze imbarazzanti di tale Gesù virtuale, la cosa che davvero preoccupa è la sua banalizzazione, la sua riduzione alla stregua di un influencer qualsiasi. Il finto Gesù sta al di là dello schermo e gli utenti possono fargli tutte le domande più stravaganti: “Hai un cane o un gatto?”; “Puoi urlare per 33 secondi di seguito?”; “Puoi rappare la Bibbia?”.

Alla voce “chi siamo” di ask_Jesus, si scopre che gli ideatori appartengono all’organizzazione “The Singolarity Group” che si compone di “attivisti volontari motivati e ambiziosi che lavorano a progetti innovativi per fare la differenza nel mondo” e che, non senza prosopopea, si definiscono “filantropi tech-driven”. È l’aggettivo filantropo che svela i reali intenti degli estensori del progetto: un’opera esclusivamente a servizio dell’uomo, alla luce dei fatti contrapposta a Dio, dietro le apparenze del libero dibattito di tutte le opinioni.

Di marca tutta italiana è invece il portale Prega.org, ideato dalla start-up ImpactOn e dedicato a santi popolarissimi: San Pio da Pietrelcina, San Francesco d’Assisi, San Gennaro, Santa Rita. Si tratta di una chatbot, un software che consente di simulare un dialogo con un’intelligenza artificiale. Sul sito viene richiesto: “Scegli il Santo a cui sei più devoto e scrivigli il tuo pensiero, la tua preghiera: Lui immediatamente ti risponderà con parole di vicinanza e di conforto”. La scelta viene preceduta da un disclaimer a mo’ di precisazione: “Non si tratta veramente del Santo a cui sei devoto ma di una intelligenza artificiale che ha studiato i suio [refuso nel testo originale, ndr] scritti e risponde con le sue parole”.

Chi ha provato questo passatempo ha testimoniato che, a riprova della non infallibilità dell’intelligenza artificiale, le risposte che il santo-avatar fornisce alle domande degli utenti sono piuttosto asettiche, quasi prefabbricate. Se qualcuno glielo fa notare, il Padre Pio virtuale risponde in modo evasivo e sibillino: “Cari figli, confidare in Dio significa dedicargli la vita e camminare sulla retta via. Dio non vuole che qualcuno si faccia truffare, quindi siate prudenti e non fidarvi di ciò che non è ben chiaro. Per quanto riguarda le risposte già preparate, è meglio evitarle e affidarsi alla guida di Dio”.

Per la cronaca, attualmente il servizio di Prega.org è temporaneamente sospeso e sulla home page si legge: “In attesa che venga chiarita la situazione tra OpenAI e il Garante della Privacy italiano, sospendiamo temporaneamente il servizio così da tutelare al massimo gli utenti. Se vuoi, puoi rimanere aggiornato sulla riattivazione del servizio inserendo di seguito i tuoi dati”.

Fermo restando che non conosciamo le reali intenzioni e i reali obiettivi di chi si inventa divinità e santi virtuali, una cosa è certa: non abbiamo bisogno di questi simulacri ingannevoli. In primo luogo, perché il cristianesimo è una fede storicamente incarnata e non si può pretendere di replicarla con surrogati dematerializzati. La ragione più grave per la quale bisogna stare lontani da questi passatempi apparentemente innocui, però, è un’altra: l’intelligenza artificiale può sfuggirci di mano, soprattutto se, per pigrizia o altro, lasciamo che sia essa a controllare le nostre vite e non viceversa.

Questi avatar vengono creati, evidentemente, per rispondere a un’esigenza di sacro che sopravvive un po’ ovunque, anche tra i giovani, che però, alla fine, per la loro ignoranza in materia religiosa, vengono fuorviati. È lodevole far conoscere Gesù e i santi a chi li frequenta poco o niente. Non è onesto, però, interpretarli e narrarli in base a quello che non sono. Chi lo fa mette in atto un’operazione che, se non è superficiale, è di sicuro molto maliziosa e allontana le persone dal Dio vero. Un’altra Babele, un altro Albero della Vita insidiato dal Serpente antico e maligno, che vuol far credere – rovesciando la realtà esistente – che sia l’uomo a creare Dio e non viceversa.