#SarahMaestri, è una #giovane #attrice di successo. E’ stata co-protagonista di molte fiction come Provaci ancora Prof 4, Che Dio ci aiuti, Terra ribelle, Rex e molte altre.
Ma il successo e l’esordio, arrivano in particolar modo con il film: Il cuore altrove, Notte prima degli esami, Notte prima degli esami oggi e Cento vetrine.
Sarah ha scritto un libro autobiografico, dal titolo “La bambina dei fiori di carta”, è il racconto di ciò che Sarah ha vissuto da bambina, trovandosi a soli 3 anni, ricoverata in un reparto particolare: in oncologia.
Abbiamo chiesto a lei di parlarcene.
Quando avevo solo 8 mesi, iniziai a stare male e a vomitare, poi a 2 anni ci fu il mio primo ricovero con una diagnosi abbastanza grave, si temeva che avessi la leucemia. Poi la diagnosi più accurata fu quella di un anemia megaloblastica, nonostante questo, fui costretta a trasfusioni e trascorsi molto tempo in ospedale. Diciamo che la mia vita è stata segnata da questo.
Ancora oggi, vivo con una puntura, non è niente di grave perché questa puntura mi consente di avere la sostanza che mi manca nel corpo e di vivere una vita normalissima.
La cosa strana, è che io nonostante tutto, mi reputavo una bambina felice mentre agli occhi della gente ero una bambina malata al punto di essere considerata “una poverina”, mentre io ero felice perché ero accerchiata da tanto affetto.
Quando poi invece dalla gente ero considerata “una fortunata” perché facevo l’attrice, fu proprio in quel momento che mi sentii sola e triste, lì avvenne la scoperta della fede.
Io ho sempre creduto, ma la mia conversione reale avvenne 2-3 anni fa, quando incontrai la comunità “Nuovi orizzonti” di Chiara Amirante, e da lì c’è stata la grande luce, quella luce che viene da una persona che mi ama ed è morta per me.
Avevo bisogno di un abbraccio e l’ho trovato in Gesù.
Come hai conosciuto la comunità di Chiara Amirante “Nuovi Orizzonti”? Fra l’altro in questa comunità, ne fanno parte molti personaggi del mondo dello spettacolo e dello sport come Mara Santangelo, Fabio Salvatore, Nek, Lorella Cuccarini…
Ho conosciuto questa comunità attraverso una Dio-incidenza. Una sera ero ad una festa, lì conobbi Mara Santangelo. Subito, notò sul mio polso un braccialetto di Medjugorje e mi chiese chi me l’avesse regalato. La prima cosa che pensai fu quella che non mi andava di parlare della mia fede, delle mie cose perché prima di allora, avevo sempre vissuto la fede non come una testimonianza da dare agli altri ma come una cosa intima e privata.
Lei comunque mi invitò ad andare ad una lode, rifiutai per un paio di settimane ma poi decisi di accettare. Questa lode si teneva proprio nella comunità di Nuovi Orizzonti.
Giunta lì, mi riconobbero come l’amica di Fabio Salvatore (un mio amico storico) e da quella volta, sono entrata a farne parte e non ne sono più uscita.
Posso dire che grazie alla comunità di Nuovi Orizzonti, la mia fede oggi è diventata una testimonianza, cerco di gridare agli altri questa gioia di Dio perché vorrei che a provarla fossero veramente tutti. Incontrare Dio rappresenta una svolta nella vita, ti cambia, ti fa vivere nell’amore e nella gioia e tutto questo lo auguro ad ogni persona.
Oltre ad essere un attrice, sei anche una scrittrice. Come sono nate in te queste due passioni?
In realtà credo che le vocazioni non siano solo quelle religiose, le vocazioni sono anche quelle in cui si mette il proprio talento al servizio degli altri e il caso ha voluto che io avessi questi talenti tra cui quello di recitare.
Essere scrittrice è stata una cosa che non mi sarei mai aspettata, questo libro è diventato un best seller e ancora oggi non mi capacito del perché; forse perché è un racconto sincero, in cui molte persone si sono ritrovate.
Io vivo in un paese che quando sono nata non c’era neanche il cinema, mio padre è un infermiere e mia madre è una casalinga. Fare l’attrice era veramente un assurdità o se non addirittura un miracolo e questo miracolo è avvenuto.
Spesso chi lavora nel mondo dello spettacolo, è portato ad allontanarsi dalla fede. E’ stato così anche per te?
Nel momento del successo con il film “Notte prima degli esami”, avevo una fede che richiedeva tanto sacrificio nel pregare e andare a messa la domenica, cose che all’epoca ritenevo noiose.
Per qualche anno feci tutto quello che volevo, e fu proprio in quegli anni che mi ritrovai, sola ed infelice. Ero cosparsa di cose ma non di gioia.
Quando invece incontrai la comunità Nuovi Orizzonti, ho avuto una svolta nella mia vita ed ho scoperto che vivere con radicalità il vangelo, non porta il paradiso soltanto dopo la fine della nostra vita terrena, ma porta il paradiso oggi. Seguire i comandi di Cristo non significa fare un sacrificio ma significa essere felici con i suoi comandamenti. E’ già da quaggiù che possiamo scegliere se vivere in paradiso o se vivere all’inferno.
Io prego e vado a messa non perché sono brava, ma lo faccio perché so che tutto questo mi aiuta ad essere felice.
Posso dirti che da quando sono praticante, la mia vita è cosparsa di insidie, attacchi ed a volte mi succedono delle cose molto gravi che mi gettano nello sconforto e nella paura ma poi in questi giorni leggendo una frase di San Pio da Pietralcina, ho capito che Dio ci fa vivere certi avvenimenti, non come castigo ma per farsì che ci possiamo rafforzare nella nostra fede.
Il nostro Papa Francesco ci dice sempre di non lasciarci rubare la speranza, ed un cristiano non può essere triste.
Cosa vuoi dire a tutti quei genitori che si trovano negli ospedali a vivere la sofferenza dei figli?
Io ho in affidamento una bimba bielorussa, e per la prima volta, mi ha regalato un fiore di carta perché ha avuto un ricovero, e devo dirti che ho pianto anche io.
Secondo me, non c’è nulla che possa consolare una mamma ed un papà in apprensione per il proprio bimbo. In base alla mia esperienza di bimba malata posso dire che non ho mai pianto, non ho mai sofferto per nessun ago che entrava nel mio corpo, ma ho sofferto nel vedere piangere mia mamma. Ti senti colpevole della sofferenza che provano le persone che ami di più, che in quel momento sono la tua mamma e il tuo papà.
Un motivo per non piangere e non essere preoccupati, può essere quello di dare sicurezza a tuo figlio, perché il bambino nel vedere soffrire i propri genitori, si sente in colpa. Una consolazione da mamma, quando per esempio vedo rientrare la mia bambina in Bielorussia è quella di pensare a Maria sotto la croce , chi meglio di lei può capire un’altra madre, lei che ha visto morire suo figlio in croce.
Quali saranno i tuoi prossimi progetti televisivi e cinematografici?
L’anno scorso ho girato “Il pretore” ed è uscito già in vendita il dvd, in tutte le librerie anche on-line, per la regia di Giulio Base. Sarò in tourneè con lo spettacolo “La bambina dei fiori di carta” che è tratto dal mio romanzo ed è un progetto che mi rende molto felice.
Intervista di Rita Sberna