E’ entrato in seminario dopo la morte di sua moglie Giuliana
La storia di don Nocila Pacetta, padre, nonno, vedovo e sacerdote, è una storia straordinaria. Ha 73 anni, e la sua vicenda ha incuriosito tutti, è stato sempre incoraggiato dai figli e dai suoi sei nipoti. E’ diventato sacerdote dopo un percorso vocazionale cominciato dopo la morte di sua moglie Giuliana Ruffo, salita al cielo il 19 ottobre 2011.
Nicola nasce a Guardavalle in provincia di Catanzaro, il 3 luglio 1946. Era un contabile delle Ferrovie dello Stato, ed è stato ordinato sacerdote, lo scorso 11 maggio 2019 presso la parrocchia Sant’Antonio di Padova di Campobasso dal vescovo monsignor Giancarlo Bregantini.
Don Nicola ha celebrato la sua prima messa il 12 maggio a Campolieto (provincia di Campobasso) la mattina, mentre il pomeriggio a Matrice, due paesi con una sola comunità.
A Matrice ha assunto il ruolo di viceparroco accanto a don Giacomo Piermarini, con il quale condivide l’abitazione.
Ha vissuto con la moglie e i figli a Villa San Giovanni, ed è lì che il 19 maggio ha celebrato Messa ma la parrocchia è ancora in via di assegnazione.
La vocazione di Nicola Pacetta inizia da giovanissimo, quando entra in seminario francescano fino al noviziato, grazie alla fede trasmessagli dalla madre e grazie alla lettura della rivista di fede “Il messaggero di Sant’Antonio”.
Dopo il noviziato, Nicola sceglie la strada del matrimonio ma dopo la morte della moglie a causa di un tumore e dopo tanti anni di cammino Neocatecumenale, Pacetta decide di diventare pastore di Cristo alla sola età di 73 anni.
Questo è ciò che racconta Nicola «La mia casa», spiega, «è stato un santuario dove la fede è vissuta da tutti i componenti, alla luce del Vangelo. Ai miei figli consegnerò la mia fede».
I giornalisti in occasione della sua ordinazione gli hanno fatto alcune domande, e lui con molta disinvoltura e sincerità ha risposto:
«Chissà sua moglie cosa direbbe nel vederla con gli abiti liturgici, mentre celebra Messa – dice un cronista e Nicola ha risposto -«Sono sicuro che si starà facendo grandi risate dal cielo». «È sempre stata molto ironica nel senso positivo del termine, ma anche rispettosa di ogni mia scelta. Era sempre al mio fianco».
«E gli altri? Amici, parenti, ex colleghi: l’hanno presa in giro o hanno criticato la sua scelta?», hanno incalzato i cronisti? «No, anzi. È vero che all’inizio avevo un po’ il timore a dirlo e ho pensato che sarei stato giudicato male. Invece ho ricevuto da tutti un’accoglienza molto seria. In tanti mi hanno detto: non ci meravigliamo, per te è la scelta giusta».
Fonte Gaudium Press di Rita Sberna