Trovare un titolone del genere nel giornale della Conferenza Episcopale Italiana, lascia un certo effetto: “Zuppi: gli omosessuali? La diversità è ricchezza” questa affermazione fa passare un certo messaggio, come se l’omosessualità sia una necessità e che senza non se ne può fare a meno. Quest’affermazione contrasta il Catechismo della Chiesa Cattolica che dice tutto il contrario. Già 34 anni fa la Chiesa tramite l’illuminato Benedetto XVI ci aveva avvertito: “nella Chiesa una lobby gay vuole sovvertire l’insegnamento sulla sessualità. “
Nel catechismo della Chiesa Cattolica viene scritto chiaramente che la “Sodomia” è uno dei quattro peccati che grida vendetta al cospetto di Dio.
Quello che stupisce sono le affermazioni positive da parte dell’arcivescovo di Bologna , cardinale Matteo Zuppi, che sono parte della prefazione del libro del giornalista di Avvenire Luciano Moia dal titolo “Chiesa e omosessualità”. Nel libro ci sono una serie di interviste realizzate da Avvenire tra il 2018-2019 che spingono tutti a stare dalla “stessa parte”. C’è anche la prefazione autorevole del direttore di Avvenire, Marco Tarquinio.
Questo libro non è un lavoro singolo del giornalista in questione ma a questo libro hanno lavorato un’intera equipe che gira attorno alla CEI, psicologi, teologi, un cardinale considerato molto vicino al Papa e dato per prossimo presidente della CEI, e un pilastro dell’editoria cattolica, la San Paolo.
Già basta l’intervista al cardinale Matteo Zuppi per capire come una “fetta di Chiesa” promuova stili di vita omosessuali.
Lo stesso cardinale Zuppi, in precedenza aveva firmato la prefazione al libro di padre James Martin “Un ponte da costruire – Una relazione nuova tra Chiesa e persone Lgbt”, una vera promozione all’omosessualità.
Ma l’attenzione pastorale alle persone con tendenze omosessuali c’erà già nella Chiesa prima dell’uscita dell’Amoris Laetitia, quello che è cambiato poi con l’Amoris Laetitia è il giudizio sugli atti omosessuali.
Queste sono alcune affermazioni del Cardinale Zuppi: «Quella di Dio, infatti, è una Volontà incarnata nella storia della persona, è la Sua volontà che compie la nostra». «La pienezza della volontà di Dio per una persona non è la stessa per altre». La conseguenza pratica di tale impostazione è che la consumazione di atti omosessuali può essere peccato per Tizio ma può essere vocazione per Caio. L’importante è «entrare in relazione con Dio».