La Campania è un posto dove la spiritualità cristiana è molto sentita. Di luoghi importanti ce ne sono in numero enorme, ma ci sono anche luoghi che per la loro storia e soprattutto perché dimenticati hanno un enorme fascino.
Uno di questi posti è l’Eremo di Pietra spaccata che si trova nel bosco di Foragnano a Marano di Napoli.
Nel cuore di un bosco di castagni, percorrendo una ripidissima stradina che da un lato ha la collina e dall’altro uno strapiombo di circa 30 metri, si nasconde una perla preziosa.
La sua stessa architettura è simbolica della sua grande spiritualità. Dal fitto di un bosco di collina si apre una veduta stupenda della sottostante pianura fino a vedere il mare.
L’edificio è costituito da due parti. La prima è un complesso di grotte scavate nella roccia, forse dagli Osci (presenti nella zona già nel VIII secolo a C.). In epoca romana divenne con ogni probabilità un ninfeo. La grotta più grande fu successivamente adibita ad oratorio, poi divenne una cappella paleocristiana ed infine fu trasformata in una chiesetta rupestre.
La seconda parte del monumento è costituita invece da un romitorio costruito dopo il 1500 per ospitare i Romiti dediti al culto della Madonna, la cui statua secondo una leggenda fu rinvenuta in un masso che distaccatosi dalla rupe cadde al suolo e rompendosi prese le forme della Santissima Vergine.
Da questo episodio scaturì, dunque, il nome di Eremo di Santa Maria di pietra spaccata.
Parte dell’antica documentazione di questo miracolo dovrebbe essere ancora conservata negli antichi archivi della Curia di Pozzuoli.
Successivamente divenne luogo d’accoglienza per i pellegrini che numerosi giungevano lungo l’antico percorso osco che collegava la pianura flegrea con l’interno.
La frequentazione del luogo, tuttavia, è, da ritenersi, ancora più antica.
Infatti, di notevole rilevanza sono stati i ritrovamenti operati dal Gruppo Archeologico Napoletano nelle vicinanze della chiesetta: si tratta di frammenti ceramici di ciotole risalenti all’Età del Bronzo Medio avanzato (XV-XIV secolo a.C.).