Suor Manuela Vargiu: consacrati con la voglia di cantare la gioia di Dio!!!

Suor Manuela Vargiu: consacrati con la voglia di cantare la gioia di Dio!!!

Suor Manuela Vargiu: consacrati con la voglia di cantare la gioia di Dio!!!

Suor Manuela è giovanissima, vive a Roma e continua gli studi di teologia, fa parte dell’ordine “ Le Missionarie Figlie di Gesù Crocifisso”. Come Suor Cristina, anche lei ama la musica e il canto e in varie occasioni ha partecipato al Festival “Il mondo canta Maria” insieme ad altri artisti della Christian Music. A conclusione d’intervista ho chiesto a Suor Manuela di dare un consiglio a Suor Cristina che al momento è su tutti i canali web e televisivi. Prima della sua vocazione alla vita consacrata, Suor Manuela era una studentessa di medicina con tanti amici e un fidanzato. Viveva in Sardegna a Sassari. Conduceva una vita normale e serena e proprio in quella normalità, comincia a sentire la strana sensazione che le mancasse qualcosa. Un viaggio a Lourdes gliene darà la conferma…

Come e quando ti sei accorta di essere chiamata alla vita consacrata?
Certamente è stato un cammino lento e progressivo dell’anima, ero una ragazza come tante altre e studiavo medicina. Il mio sogno era partire con “Medici senza frontiere”, nei paesi in via di sviluppo per aiutare tante persone. Dentro al cuore, continuamente sentivo che Gesù mi chiedeva qualcosa di più. Ho sempre avuto un bel rapporto con Gesù, sentivo che mi stava chiedendo altro, ma continuavo a fare “orecchie da mercante” perché l’idea di dover lasciare tutto (il sogno di diventar medico, il mio ragazzo, la mia famiglia e i miei amici) mi spaventava tantissimo. Avevo paura di fare questo salto nel buio, perché così lo definivo, un salto che poi si è rivelato non nel buio ma nella Luce di Cristo. La mia resistenza alla chiamata del Signore era anche dovuta al fatto che il mio ragazzo non frequentava la Chiesa ed era lontano dall’ambiente cristiano. Mi diceva spesso che erano stati i preti e le suore ad avermi fatto il lavaggio del cervello e di conseguenza sosteneva che ciò che sentivo era tutta illusione. Continuava a farmi domande di fede molto grandi di fronte alle quali io stessa spesso non trovavo risposta! Così alla fine ho detto “Basta, Signore se ci sei vienimi a cercare nel chiasso del mondo”.

Suor Manuela, quando ti sei consacrata avevi soltanto 21 anni. Perché hai scelto proprio quest’ordine delle Missionarie Figlie di Gesù Crocifisso?
Perché fin da adolescente sono stata sempre attirata, conquistata dal Crocifisso; vedere quest’uomo li, crocifisso, mi dava la misura alta dell’amore e pensavo sempre al fatto che Gesù è stato così grande nell’amore da dare la vita per noi. Anche io in qualche modo desideravo dare la vita per gli altri, non sapevo ancora qual’era la strada ma volevo vivere la misura alta dell’amore. Quando parlavo con il mio padre spirituale, lui spesso mi parlava di questa congregazione, delle Missionarie Figlie di Gesù Crocifisso, ma anche in quel caso continuavo a fare “orecchie da mercante” perché il convento mi sembrava un luogo stretto per me e quindi preferivo non dargli peso, nonostante ciò, quando poi da sola mi trovavo davanti al Crocifisso mi sentivo attirata da Lui e chiamata da quest’amore più grande.

Com’era la tua vita prima di sposare il Signore? Eri vicina alla Chiesa e frequentavi qualche gruppo?
Come dicevo prima sono sempre stata vicina alla parrocchia ma non frequentavo nessun gruppo. Dirigevo il coro dei bambini della parrocchia, mi occupavo dell’animazione liturgica. Tutto ciò che era musica mi ha sempre attirata e mi aiutava a lodare Dio. Sono sempre stata vicina a Gesù, pregavo con Lui ma non con delle formule già scritte, amavo chiacchierare con Lui. Frequentavo anche tanti amici che non stavano in parrocchia, uscivo con loro nei fine settimana, andavamo nei locali. Vivevo la mia fede ma in modo tale che non mi chiamasse troppo in causa. Mi nascondevo dietro l’immagine di una brava ragazza pur di non farmi chiedere di più dal Signore.

Ad un certo punto lasciasti gli studi di medicina e anche il tuo ragazzo. Perché ti sentivi tanto combattuta nel dare il tuo Si al Signore, cosa ti spaventava?
Mi spaventava il pensiero di dover lasciare tutto ciò che per me era sicuro, le mie sicurezze costituite dai miei studi e da un futuro da me già programmato; mi spaventava dover lasciare la mia famiglia, gli amici e il mio ragazzo per fare un salto verso la strada che il Signore mi avrebbe indicato. Un po’ come quando il Signore nell’antico testamento chiama Abramo e gli dice “Esci dalla tua terra e va nella terra che io ti indicherò”. Prima gli chiede di uscire e solo dopo gli indica la terra, e così era per me, mi chiedeva di uscire, mi dovevo prima fidare, non mi diceva cosa avrei trovato, l’unica garanzia che mi dava era quella della sua presenza accanto a me, dovevo fidarmi di Lui.