Abbracciare la propria vocazione fino alla fine

Andando a #messa mi ha colpito molto l’omelia del sacerdote centrata sulla propria #vocazione cristiana.

Ha fatto degli esempi sia sul sacerdozio che sulla vocazione matrimoniale.

Come in ogni vocazione, il percorso non è sempre dritto e facile ma a volte è pieno di curve, ostacoli, difficoltà che vanno superati giorno dopo giorno, con la forza dello Spirito Santo e la fede in Dio. A questo percorso non può mancare l’arma della preghiera e della pazienza.

A tal proposito, il sacerdote ha citato un passo del Vangelo dove Gesù diceva alle genti: Chi si mette all’aratro e poi si volta indietro non è adatto per il regno di Dio.

Quest’affermazione di Gesù viene fatta ad ognuno di noi; Gesù si rivolge agli sposi che hanno abbracciato la vocazione matrimoniale, li invita a non voltarsi indietro tutte le volte che in una coppia non si va daccordo, non si ha pazienza reciproca o anche comprensione dei difetti dell’altro; tutte le volte che in famiglia non si perdona il parente, l’amico, il fratello, la sorella, la suocera, la madre.

Ma si rivolge anche ai sacerdoti, e al loro cammino sacerdotale, li invita a camminare sempre avanti nonostante le mille difficoltà, le critiche, le calunnie, le offese ect..

Tutti siamo chiamati ad abbracciare la propria vocazione. Sarebbe troppo facile mettere le mani all’aratro, dall’inizio presi dall’entusiasmo, e poi voltarsi indietro ricorrendo al divorzio (per la vocazione matrimoniale) e alla rinuncia dell’abito sacerdotale.

Per cui imitiamo Gesù, Lui è andato avanti, pur sapendo il calice che doveva bere non si è voltato indietro. Imitiamolo e prendiamo forza da Lui.