Aforismi sui frutti della sofferenza: la morte e la vita

  • Dalla sofferenza nascono due frutti, l’uno cattivo e l’altro buono: il cattivo genera la chiusura di cuore, dalla chiusura di cuore nasce il giudizio, dal giudizio l’ipocrisia, dall’ipocrisia l’indifferenza, da essa la morte.
    Il frutto buono invece accoglie la sofferenza, e, come un’ostrica con la perla, ne tira fuori un gioiello prezioso: l’amore, “dove il trenta, dove il sessanta, dove il cento per uno” (Mt 13, 8).
  • La sofferenza è la spada della parola di Gesù, che ferisce il cuore come un contadino fa una buca nella terra, il nostro cuore, per piantarvi un frutto. Il chicco è la nostra vita. Se abbiamo paura di aprirla tenendola gelosamente per noi, si spegnerà: “In verità, in verità io vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto. Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna. Se uno mi vuole servire, mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servitore. Se uno serve me, il Padre lo onorerà” (Gv 12,24-26). 
  • Gesù non è “venuto a mettere pace sulla terranon sono venuto a metter pacema spada” (Mt 10,34), volendo renderci simili a Lui, facendoci a cuore aperto e a cuore di carne, che si squarciò in sangue ed acqua.
  • I due raggi rappresentano il Sangue e l’Acqua. Il raggio pallido rappresenta l’Acqua che giustifica le anime; il raggio rosso rappresenta il Sangue che è la vita delle anime. Entrambi i raggi uscirono dall’intimo della Mia Misericordia, quando sulla croce il Mio Cuore, già in agonia, venne squarciato con la lancia (…). Beato colui che vivrà alla loro ombra, poiché non lo colpirà la giusta mano di Dio”.
    Dal Diario di Suor Faustina Kowalska.

    Madre

    O tu, Donna,
    Madreperla
    dove per sempre risuona l’eco,
    dove per sempre risuona l’eco
    del Verbo.
    Ti ho trovata alla deriva
    di un lungo viaggio
    e non ti lascerò più,
    o Vergine
    di rosa vestita.

    “Libertà, Vertigo editore”

    Elisa Pallotta