Intervista al giornalista e conduttore televisivo siciliano Michele Cuccuzza. La sua carriera da giornalista inizia nel 1973 e nel 1983 comincia a collaborare con la Rai. Per diversi anni ha condotto “La vita in diretta” e “Uno mattina”.
Attualmente conduce “Buon Pomeriggio” su Telenorba.
Lei è stato sempre sensibile a certe realtà sociali ed è stato testimonial nel 2003 dell’Istituto Oncologico di Rimini.
Perché per lei è importante sostenere questa realtà?
Penso che tutti quelli che sono fortunati come me, che hanno una carriera ed hanno realizzato i loro desideri nel mondo dell’informazione, della comunicazione ecc… hanno il dovere di essere attenti a ciò che riguarda la gente che sta meno bene di loro: come le persone ammalate, che soffrono e che hanno varie difficoltà. Anche io l’ho sempre ritenuto come un mio dovere quello di aiutare gli altri.
Ha una lunga carriera giornalistica. Qual è il programma che le è rimasto nel cuore?
Ho fatto tante cose diverse come il Tg2 che ho condotto per 10 anni, e grazie a questo ho girato il mondo; sono stato negli Stati Uniti, nei paesi dell’est, la guerra del Golfo ecc ..
Ma avevo cominciato a fare cose che prima non faceva nessuno, dei programmi diversi che oramai fanno tutti come “La vita in diretta” dove veniva messo insieme il taglio e l’esperienza, il mestiere del conduttore e del giornalista con l’intrattenimento insieme ad ospiti dello spettacolo e poi c’era anche la cronaca. Sono state esperienze diverse che mi hanno molto arricchito e sono felice di averle fatte e che continuo a fare con “Buon pomeriggio” su Telenorba.
Parlando di fede, lei si sta avvicinando piano piano, dopo una discreta ricerca, alla dimensione del divino. Vuole spiegarci?
Provengo da una famiglia cattolica, mio padre e mia madre sono sempre stati praticanti e mi portavano sempre a messa la domenica. Mio padre mi fece frequentare le scuole salesiane a Catania.
Erano anche anni diversi nel 68, e la generazione di giovani di allora, si è allontanata dalla cultura dei genitori.
Dopo di che, ho iniziato nel corso degli anni un percorso che non si è mai interrotto basato nel fare il contrario di quello che si fa oggi.
Ad esempio nei social network come facebook, la gente è estroversa, parla sempre di sé e racconta agli altri i fatti propri come se tutto ciò potesse essere interessante; in realtà al 99% non interessano a nessuno.
Però c’è un IO molto dominante. Molti sono presi dal proprio Io al punto che non si accorgono più di nulla.
Il mio percorso è l’esatto contrario non è verso l’esterno ma verso l’interno. E’ una ricerca interiore, attraverso la riflessione, la meditazione, il silenzio e l’attesa di quello che dentro rimembra.
Alla ricerca di risposte che arrivano soltanto dentro di te. Noi abbiamo bisogno di spiritualità, cerchiamo il senso e il contatto significativo con gli altri, cerchiamo la ragione del perché siamo qui. La ricerca ci porta ad approdare verso qualcosa più grande di noi.
Le incuriosisce anche la figura di San Pio. Come mai proprio questo Santo?
Quando conducevo “La vita in diretta” ho conosciuto molti personaggi dello spettacolo che mi raccontavano la loro devozione per San Pio, ed io sono rimasto sempre scettico e freddo in merito alla sua figura.
Poi per una serie di cose che mi sono capitate (ma niente di trascendentale) alcune persone nei racconti di Padre Pio, sono riuscite a toccarmi in maniera diversa e più profonda.
Adesso sono un po’ più rispettoso e in attesa che capiti qualcosa.
Cosa pensa del pontificato di Papa Francesco?
Penso tutto il bene possibile. Francesco è l’uomo di cui il mondo aveva bisogno, è l’unica persona che sa veramente parlare al mondo, non c’è nessun’altro in questo momento, che sia capace di fare altrettanto.
Innanzitutto parla a tutti: non parla soltanto ai credenti ma a chiunque. Ha una grande sensibilità e attenzione, un’umanità straordinaria.
Per quando riguarda la chiesa (se mi posso permettere) considero importante il tentativo di Francesco: quello di portare la chiesa alla modernità.
Per quando riguarda invece la sua visione pastorale è semplicemente straordinaria.