Aldrin aveva portato con sè un kit con l’ostia e il vino. Una comunione fatta sulla luna, un’immagine che rimarrà nella storia.
Il 20 luglio si celebreranno i 50 anni dalla missione di Apollo 11, da quando l’uomo mise piede per la prima volta sulla luna, era il 1969.
A bordo vi erano Neil Armstrong, Buzz Adrin e anche Michael Collins. L’evento fu mandato in onda in tutto il mondo e le famiglie erano radunate per vedere questo grande spettacolo. Ma ci fu una pausa molto lunga che non venne trasmessa, tra il momento in cui il LEM toccò il suolo lunare e il momento in cui Armstrong ci poggiò il piede; il piano della missione prevedeva che gli astronauti si riposassero prima dell’evento.
Durante questa lunga pausa, Buzz fece la comunione usando un apposito kit. Neil Armstrong lo osservò in rispettoso silenzio e la Nasa ne era informata. Quel gesto venne tenuto in segreto.
La cosa buffa era che a bordo vi erano, un’atea, un deista e un presbiteriano.
Ma di tutto questo cosa pensava la Nasa?
Nel suo libro Magnificent Desolation, Aldrin racconta cosa gli disse l’astronauta Deke Slayton, che era a capo delle operazioni dell’equipaggio di Apollo 11: “Fallo pure, prendi la Comunione, ma commenta la cosa tenendoti sul generale”. (da The Guardian)
Gli spettatori di tutto il mondo ascoltarono le seguenti parole: Houston, qui è il pilota del modulo lunare. Vorrei cogliere questa occasione per chiedere a ogni persona in ascolto, chiunque e dovunque sia, di fermarsi un momento a contemplare gli eventi delle ultime ore e che ciascuno possa ringraziare nel modo che ritiene più opportuno.
Aldrin, in varie interviste fatte a lui, durante il corso degli anni, più volte ha ripensato a quel momento ed ha commentato nel 2009: Forse, se dovessi farlo di nuovo, non sceglierei di celebrare la comunione. Sebbene fosse un’esperienza profondamente significativa per me, era un sacramento Cristiano, e noi eravamo sulla luna a nome di tutta l’umanità – che fossero i Cristiani, gli Ebrei, i Musulmani, gli animisti, gli agnostici, o gli atei. Ma all’epoca non riuscii a pensare a un modo migliore per riconoscere il valore immenso della missione di Apollo 11 se non rendendo grazie a Dio. (da Magnificent desolation)