Durante lo scorso weekend, tra le affollate spiagge italiane, l’argomento di gossip più ricorrente tra le bocche dei bagnanti è stato il “matrimonio” del cantautore Tiziano Ferro con il suo compagno Victor Allen in quel di Sabaudia. Usiamo le virgolette per ovvie ragioni: in Italia le nozze tra persone dello stesso sesso non sono legali, pur essendo vigenti, da tre anni e mezzo, le unioni civili. A titolo di cronaca, Ferro e Allen si era già sposati lo scorso 25 giugno in gran segreto a Los Angeles (negli USA, effettivamente, il matrimonio egualitario è consentito dal 2013) ma avrebbero voluto “replicare” il rito, in particolare per la famiglia del cantante. Semplificando al massimo, la maggior parte della stampa italiana ha presentato quello di sabato scorso come un matrimonio a tutti gli effetti, quando, nella realtà, si è trattato semplicemente della celebrazione di un’unione civile, officiata da un’amica della coppia; ciò non ha impedito a qualche zelante giornalista di puntualizzare che si era trattato di un matrimonio dal rito civile (sic)…
Al di là della disinformazione e dell’approssimazione dei media che, tanto per cambiare, veicolano messaggi di “normalizzazione” di qualcosa che, probabilmente non è ancora accettato dalla maggior parte degli italiani, il risvolto realmente interessante di questa notizia è un altro. Alcuni anni dopo il suo sofferto outing, Tiziano Ferro è tornato a parlare della sua omosessualità, proprio in occasione del suo “matrimonio”. Sulle colonne del Corriere della Sera, il cantante si è confidato apertamente, rievocando il disagio dei suoi vent’anni riguardo alla sua identità sessuale ma, soprattutto, pronunciandosi in un secondo sorprendente outing: “Anch’io sono cattolico”, ha dichiarato Ferro, precisando subito dopo: “Ma il messaggio che porto nel cuore è quello dell’amore universale, della carità, del soccorso reciproco, del rispetto per tutti, della compassione”. Un “ma” molto singolare… Vogliamo innanzitutto rassicurare l’amico Tiziano: l’“amore universale”, la “carità”, il “soccorso reciproco”, il “rispetto per tutti”, la “compassione” sono realmente parte integrante della Chiesa Cattolica, lo sono stati in passato e lo saranno sempre. Nonostante spesso e volentieri i cristiani siano tutt’altro che caritatevoli e compassionevoli, la Chiesa è davvero amore, carità e compassione, perché c’è un Dio molto più grande di tutti i limiti e peccati degli uomini.
Con toni quasi ‘da omelia’, il cantante aggiunge: “Il problema è che in questo Paese non crediamo abbastanza in Dio. Preghiamo, ma non ascoltiamo”. Hai ragione, caro Tiziano: io stesso sono il primo che dovrei pregare e ascoltare di più. Poi affermi che, in forza della tua fede cattolica, credi nei “miracoli” e consideri la tua storia d’amore con Victor uno di questi prodigi. “Il mio è un Dio che ama, che custodisce, che non chiede pegno. È un Dio simpatico”. Perché lo definisci “mio”? No, su questo non riesco a darti ragione… Esiste forse un “Dio simpatico” per chi, come te, ha sofferto l’incomprensione e, forse, la derisione per la sua identità sessuale, e un Dio ‘antipatico’, a misura di ‘noi bigotti’, che, con veemenza lanceremmo anatemi sulle tue scelte? Accenni poi alla “gente indignata” che avrebbe rivendicato la sua cattolicità “di fronte alle manifestazioni a sostegno dei diritti degli omosessuali”. Caro Tiziano, quello che poni non è un problema metafisico o morale: nel profondo rispetto che possiamo avere per la tua relazione sentimentale con Victor, c’è un dato oggettivo e naturale, contro il quale nessuna ‘simpatia di Dio’ può nulla: tu e il tuo compagno, in quanto maschi entrambi, non potete avere figli, nonostante lo desideriate. È anche per questa ragione che il vostro ‘matrimonio’ non potrà mai essere messo sullo stesso piano delle nozze tra un uomo e una donna. È vero, molte coppie omosessuali ricorrono alla fecondazione artificiale ma, necessariamente, uno dei due uomini non sarà il padre di quel figlio. Quel bambino, altrettanto necessariamente, avrà una madre naturale, di cui un giorno forse chiederà “chi è”, “dov’è”, “cosa fa”, “perché non è qui con me”… Quello stesso bambino avrà anche una donna (sua madre naturale o forse anche no) che lo porterà in grembo nove mesi, durante i quali si affezionerà a lui (anche se si facesse ingravidare soltanto per soldi!) e che soffrirà tantissimo il distacco da quel piccolo. È bello ed esaltante tutto ciò? In tutta umiltà, ritengo proprio di no. Oltretutto, in Italia non è legale e, anche se lo fosse, rimarrebbe una pratica profondamente ingiusta, che mercifica gli organi riproduttivi di donne povere e disperate.
Caro Tiziano, ci auguriamo che l’affetto che provi per il tuo compagno non debba mai essere oggetto di facili ironie o di quella che molti – a torto o a ragione – chiamano con l’equivoco nome di ‘omofobia’. Ti auguriamo anche tutta la felicità possibile, però, una cosa deve essere chiara: il Dio in cui credi, e in cui crediamo anche noi, benedice soltanto l’amore tra uomo e donna (cfr Gen 1,26-38). Non sentirti escluso o discriminato per questo. Dio ha sicuramente grandi piani per te e un giorno li scoprirai. Nel frattempo, puoi contare su una certezza incrollabile: anche se Dio non condivide la tua scelta di vita, la sua ‘simpatia’ per te non ti abbandonerà mai. È stato tanto generoso con te, donandoti il tuo straordinario talento musicale. Pregalo, conoscilo ancor di più, accompagnato da guide spirituali idonee e ti si apriranno praterie sconfinate di inimmaginabile felicità.