Ddl Zan. Coghe (Pro Vita & Famiglia): “Pericolo scampato, ora nuove sfide”

Jacopo Coghe presidio davanti al Senato ddl Zan
Foto: Ala News- YouTube

Mercoledì scorso, il Senato della Repubblica, con 154 voti contrari e 131 favorevoli, ha bocciato il ddl Zan contro l’omotransfobia. Un risultato non scontato e, soprattutto, una grande boccata d’ossigeno per la libertà d’opinione, d’educazione e religiosa. Tra le associazioni che più si sono battute affinché il ddl Zan non passasse, figura Pro Vita & Famiglia, il cui vicepresidente ha tracciato a Cristiani Today il bilancio di due anni di impegno in una battaglia alla quale seguiranno molte altre, a partire da quella contro l’eutanasia.

Jacopo Coghe, mercoledì scorso il Senato ha bocciato il ddl Zan: un successo anche per le associazioni familiari come la vostra onlus?
Sicuramente è stato il frutto di un lavoro fatto in questi due anni sia a livello culturale che politico. Abbiamo battuto i territori con convegni, incontri, conferenze stampa, manifestazioni, documentari. Abbiamo fatto di tutto e anche uno stretto dialogo con la politica, in particolare con il centrodestra per smontare, pezzo dopo pezzo, questo disegno di legge, così intriso di ideologia. Siamo riusciti a ottenere questo risultato, sia grazie al lavoro culturale, sia grazie al lavoro politico. Abbiamo scampato il lavaggio del cervello per i bambini nelle scuole: questa è la cosa che ci premeva più di tutte. Abbiamo salvato la libertà di espressione, la libertà d’educazione e, soprattutto, la libertà religiosa.

Che valutazione dà a livello politico?
Sicuramente a livello politico è stato un forte segnale vedere il centrodestra compatto e presente in aula, con tutti i senatori al voto. Ciò ha mostrato quello che noi dicevamo da tempo: si trattava di un ddl divisivo. Dal risultato del voto di mercoledì, si può vedere benissimo che PD, M5S e LEU non sono stati compatti ma al loro interno ci sono stati dei franchi tiratori, parlamentari che non erano d’accordo e che, al momento del voto, hanno voluto affossare questo disegno di legge. Un ddl simile a quello respinto mercoledì non potrà più essere ripresentato per sei mesi. Inoltre, sempre tra sei mesi, inizieremo ad avviarci a nuove elezioni, mentre nel frattempo sarà stato eletto il nuovo presidente della Repubblica. Quindi non ci sarà tempo per discutere un nuovo disegno di legge nelle commissioni e poi nuovamente alla Camera e al Senato. Con tutta probabilità per questa legislatura l’abbiamo scampata…

Per il mondo pro-life/pro-family, la bocciatura del ddl Zan è un successo importante ma non è affatto il momento di abbassare la guardia. Quali altre battaglie vi attendono?
Al di là della non introduzione di questo disegno di legge, il successo che abbiamo ottenuto è aver ricompattato un mondo intorno ai valori non negoziabili. Ora il consenso che abbiamo trovato dalle persone comuni nella battaglia contro il ddl Zan, dovremo confermarlo intorno ad altre tematiche. Le sfide che abbiamo davanti sono molte, a partire dal testo unico in discussione alla Camera sul suicidio assistito e dai referendum su eutanasia e cannabis. Sono temi che stiamo presidiando, il nostro impegno si sta spostando in quella direzione e speriamo di ottenere risultati concreti anche in questi ambiti.

Rispondendo a una serie di vostre domande, il cardinale Luis Ladaria Ferrer, prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, ha ribadito la posizione della Santa Sede in materia di ideologia gender e vi ha espresso il suo appoggio. Il ruolo giocato dalla Chiesa in questa battaglia, dunque, non è così irrilevante come molti sostengono?
Sicuramente in questa battaglia sul ddl Zan non è mancata la voce della Chiesa. Con i due pronunciamenti della CEI, la lettera all’ambasciata d’Italia della Segreteria di Stato, con quest’ulteriore conferma che abbiamo ottenuto dalla Congregazione per la Dottrina della Fede, il messaggio è stato chiaro. Siamo contenti di questo e continueremo su questa linea, dove già ci sono parole chiare contro l’eutanasia, contro la droga e contro l’aborto. Continueremo a battere su questi temi e su queste emergenze.