L’ultimo libro del sacerdote don Fabio Rosini s’intitola “L’arte di guarire” (San Paolo) il sacerdote ha messo come punto di riflessione, il miracolo dell’emorroissa. Prima di scrivere questo libro ce ne voluto per convincerlo, racconta don Fabio a Famiglia Cristiana. Quello che manca nella Chiesa, secondo il sacerdote, è l’accompagnamento ai fedeli.
Infatti il libro di don Fabio non è uno scritto facile “L’arte di guarire – L’emorroissa e il sentiero della vita sana”, perchè qualcuno potrebbe rischiare di fare un auto analisi in maniera dannosa e distruttiva.
Don Fabio chirisce che il primo passo per guarire è riconoscersi malati ma “La maggior parte degli uomini che sono malati sostengono di essere sani” – dice.
Sulla guarigione dell’emorroissa, il sacerdote spiega la veduta di Gesù: «La considerazione finale di Gesù è molto strana e anche piuttosto rara: “Figlia, va’ in pace e sii guarita dal tuo male”. È come se Gesù negasse il miracolo che ha appena compiuto. In realtà, la guarigione totale c’ è ma quello che non ci può essere è l’ oblio del male. Chi ha preso una brutta malattia sa che le ricadute sono più devastanti della malattia stessa. Gesù dice di stare attenti alle ricadute. Se ricaschiamo nel Covid-19, ad esempio, è un disastro».
E a differenza degli altri personaggi del Vangelo, l’emorroissa non chiede a Gesù la guarigione: «Gli altri gridano, come il cieco. Lei pensa. Si costruisce piano piano e poi parla perché Gesù la costringe a farlo e vuole che chiami per nome il suo male, passando dal pensiero alla parola. Avendo a che fare con tanti giovani fragili e deboli ai quali cerco di insegnare come vivere la propria sessualità e intimità, questa genitalità sanguinante della donna è un paradigma preziosissimo perché qui c’ è tutta la vergogna, l’ incapacità di chiedere. Ma per Gesù il sangue è prezioso. Oggi invece, pensiamo ai film horror o a certi videogiochi, nell’ immaginario collettivo il sangue dell’ uomo non conta nulla».