Eugenio Campagna: il Cristianesimo è verità

Eugenio Campagna foto facebook

“Così percepisco l’amore di Dio” la testimonianza di fede della star di X-Factor

 «Il cristianesimo non è nient’ altro che la verità. Non a caso ci sono delle canzoni, scritte da atei, che sono profondamente cristiane. In famiglia sono sempre stato visto come quello “bravo” che va in Chiesa. Ma bravo in cosa? Conosco molte persone, lontane dalla religione, di gran lunga più cristiane di me. A volte penso che Dio si sia avvicinato a me solo perché mi doveva riprendere, altrimenti avrei fatto una brutta fine. Da giovane ero molto turbolento. La fede mi ha indirizzato. Non ho un innato senso di comunità, carità e solidarietà che trovo invece in altri».

Ad affermare ciò è la giovane star del programma X-Factor, Eugenio Campagna, che intervistato da Famiglia Cristiana ha raccontato il suo rapporto con la Chiesa sin da bambino.

«Sono figlio di genitori divorziati,non particolarmente credenti, ma fin da piccolo mi affascinava l’ idea che in Chiesa si suonasse. Ho iniziato così, unendomi al coro parrocchiale, per poi continuare. Tra l’altro la mia catechista era bravissima: se a scuola facevo dei gran macelli, a catechismo ero diligente perché mi interessava quello che si diceva. Il “dopo Cresima” è stata un’esperienza altrettanto esaltante: ho vissuto esperienze bellissime nella mia parrocchia».

Eugenio ha anche raccontato la sua esperienza più bella quella della Giornata Mondiale della Gioventù di Madrid del 2011 e si è soffermato a parlare del tumore di Chiara: «l’esperienza che ha inciso maggiormente è stata la malattia di Chiara: una ragazza che era il collante del nostro gruppo parrocchiale. È morta di tumore, nel giro di pochissimo tempo. Quando succede una cosa così, c’ è chi si sente tradito da Dio. Lei no: era serena, fino alla fine. Tutto il nostro gruppo ha vissuto la malattia insieme a lei, pregando e tenendole compagnia».

«È impressionante come la sua scomparsa ci abbia unito, riportandoci all’essenza delle cose. Dopo che è morta, eravamo tutti più attaccati alla vita: alcuni si sono sposati, io ho chiuso un rapporto sentimentale che non funzionava».

Eugenio dice anche che lui si confronta spesso con la sua guida spirituale, un sacerdote, nonostante sia così giovane sembra aver vissuto tanto, secondo il ragazzo, la fede non è un rifugio per le persone deboli che non riescono a reggere l’urto della vita.

«Esistono davvero persone forti nel mondo? Non penso. Una volta, ero andato a confessarmi da padre Antonio, un altro prete molto bravo e molto empatico, e ammisi che era da tempo che non pregavo. Mi ha chiesto: “Ah, e allora per cosa stai vivendo?”. È una domanda importante, che ora mi rifaccio spesso: per cosa stai vivendo? Dov’ è il tuo cuore? Se non è con Dio, se non guardi verso l’ alto, dove stai guardando? In basso? Ricordo ancora il confronto con don Antonio. Parlando con lui capii che il mio cuore era chiuso nelle cose, nell’ ambizione. Mi chiese: “Come stai?”. La mia risposta fu: “Male”. Non fu necessario aggiungere altro: come le dicevo, è tutto molto semplice per certi versi… Per me la fede è questo: farmi tornare con i piedi per terra, farmi tornare alle priorità vere».

Fonte. Gaudium Press di Rita Sberna