Eutanasia in Spagna: per Padre Miguel “L’impegno dei cattolici nella società è una battaglia culturale”

Il 18 marzo 2021 scorso il Congresso dei Deputati spagnolo ha definitivamente approvato la legge sull’eutanasia con 202 voti favorevoli, 141 contrari e due astenuti. Il testo è stato proposto dal Partito Socialista (PSOE) del primo ministro Pedro Sánchez. La Spagna diventa così il quarto paese in Europa dopo l’Olanda, il Belgio e il Lussemburgo.

Padre Miguel Segura ha gentilmente accettato di rispondere alle nostre domande al riguardo.

La legge sull’eutanasia è stata approvata in Spagna a marzo scorso…potresti darci le tue impressioni al riguardo?

Non c’è stato nessun dibattito pubblico. Si sono approfittati di questo tempo di pandemia per fare una legge che non ha nessun consenso, non c’è stata un’altra alternativa.

È una legge ideologica che incarna tantissime difficoltà e problemi non soltanto per la società in generale ma anche per i medici che rifiutano di praticare l’eutanasia (hanno anche sottoscritto una lista dei loro nomi).

Non c’è stato un dibattito ed è così che si ha il diritto di essere ucciso ma non alle cure palliative, perché sono pochissime.

L’anno scorso ad esempio un signore ha ucciso la moglie chiedendo l’eutanasia perché era ammalata da 10 anni.

Però in realtà nessuno ha detto che era in una lista d’attesa per le cure palliative, che non ha potuto avere.

Penso che l’eutanasia è un incitamento al suicidio, questo è immorale ed è un crimine. Adesso è considerato contro la legge cercare di dissuadere una persona di uccidersi e di farla riflettere.

Cosa fai se vedi qualcuno che vuole saltare dalla finestra?….devi fermarlo o non devi fermarlo?

Secondo la legge sull’eutanasia non devi aiutarli quando chiedono di essere uccisi.

Come ha reagito la popolazione spagnola alla notizia della legge?… e i rappresentanti religiosi nel paese?

I vescovi cattolici hanno condannato la legge sull’eutanasia. Secondo me la società spagnola in generale non è cattolica e la cultura di adesso è incompatibile con la fede. L’individuo è diventato un punto di riferimento assoluto in un contesto culturale ateo.

L’individuo è indeterminato in tutto (non solo a livello della sessualità) e può fare quello che vuole, quindi i suoi capricci sono diritti…la società vuole l’indeterminatezza e l’assolutezza di sé stessa.

Non c’è stata una reazione della popolazione a parte qualche gruppo coraggioso…la Spagna è adesso terra di missione, culturalmente parlando.

Che pensi della volontà di altri paesi europei (Francia, Portogallo…) di legiferare anche loro sull’eutanasia?

Penso che dovrebbero sentire l’esperienza di quelli che in Olanda erano a favore dell’eutanasia e che dopo tanti anni ne hanno visto anche le conseguenze sociali…è un disastro, non hanno formato una società migliore, hanno creato grandi paure…la gente non vuole essere curata nel proprio paese ma fuori perché vogliono vivere.

Hanno cambiato il modo di guardare la medicina, gli operatori sanitari, la società stessa, la propria vita e non è stato un miglioramento in assoluto.

Che vorresti dire ai nostri lettori?

Vorrei dire ai cristiani che in una battaglia non abbiamo nemici, abbiamo fratelli. Sono fratelli che hanno abbracciato un errore che è peggio della fame. L’impegno dei cattolici nella società è una battaglia culturale. Dobbiamo dire la verità e proporre una maniera di vivere migliore. Si deve agire nella società e alzare il livello degli argomenti.

Gramsci, il discepolo italiano del marxismo, dice che “la battaglia si gioca nella cultura” e parla dei mezzi che devono essere controllati, quelli che non sono assoggettati al voto. Adesso la battaglia è nella cultura e quindi nei mezzi di comunicazione, nelle leggi e nell’educazione. Se noi cattolici dobbiamo chiedere perdono a Dio è per la nostra mancanza di operosità. Dobbiamo essere coraggiosi, aiutare ad una buona educazione e chiedere leggi giuste. I mezzi di comunicazione sono ideologizzati, dobbiamo quindi proporre prima a casa nostra e poi anche fuori, un nuovo tipo di vita che sia gioiosa.