La conversione del Capo rabbino.
Eugenio Zolli inizialmente si chiamava Israel Zoller, è nato nel 1881 ed è morto a Roma nel 1956.
E’ stato un rabbino italiano. Zolli è nato in Galizia in una famiglia ebraica benestante con origini polacche. All’età di 23 anni si trasferisce a Vienna e poi a Trieste. In Italia divenne rabbino esattamente nel 1920, il periodo in cui insegnava lingua e letteratura ebraica all’università di Padova.
A Triste conobbe Emma Majonica, quella che poi diventò sua moglie e nacqua Myriam.
Siamo nell’epoca del regime fascita e Zolli si iscrisse al Partito nazionale Fascista.
Nel 1940 divenne rabbino capo di Roma.
Zolli già da rabbino ebbe contatti con Papa Pio XII e quegli incontri divennero determinanti per la sua futura conversione al cattolicesimo.
Infatti Zolli riceverà il battesimo cattolico nella basilica di Santa Maria degli angeli.
La conversione
Non avviene tutti il giorno la conversione di un ebreo, rabbino di Roma al cattolicesimo e questa di Eugenio Zolli fu un evento eclatante.
Nel settembre del 1944, durante la celebrazione dello Yom Kippur in sinagoga, Zolli avrebbe avuto una visione di Gesù, in seguito alla quale, il 13 settembre 1945, si convertì al cattolicesimo. Anche la moglie e la figlia si convertirono: Emma aggiunse al proprio nome quello di Maria, mentre la conversione e il successivo battesimo di Myriam giunsero un anno più tardi.
Dai racconti dell’ex rabbino: Fu come se una nebbia scorresse scivolando poco a poco all’interno del mio animo. Divenne mano a mano più densa e persi il contatto con tutti quelli che mi circondavano. […] All’improvviso, vidi con gli occhi dello spirito una grande prateria e, in piedi al centro del prato verde, stava Gesù, rivestito di un mantello bianco… a questa vista provai una grande pace interiore, e in fondo al mio cuore udii queste parole: «Sei qui per l’ultima volta. A questo punto mi seguirai». Le accolsi nella più grande serenità, e subito il mio cuore rispose: «Così sia, bisogna che sia così»… Un’ora più tardi, dopo cena, in camera mia, mia moglie mi disse: «Oggi, mentre tenevi in mano l’Arca della Toràh, mi sembrava che la bianca figura di Gesù ti imponesse le mani, come se ti benedicesse». Ero stupefatto… In quel momento la nostra figlia minore, Myriam, che si era ritirata in camera sua e non aveva sentito niente, mi chiamò per dirmi: «State parlando di Gesù Cristo. Sai, papà, questa sera ho visto in sogno Gesù, tutto bianco». Ho augurato la buonanotte a entrambe e senza alcun imbarazzo continuai a riflettere sulla straordinaria concordanza degli avvenimenti.
Qualche giorno dopo da quell’apparizione il rabbino rinunciò alla sua carica e andà a parlare con un sacerdote cattolico per essere istruito nella fede. Dalle sue “memorie” apprendiamo: Un uomo non sceglie il momento della sua conversione, ma è convertito quando riceve la chiamata di Dio. Allora non resta che una cosa da fare: obbedire. Niente di premeditato, niente di preparato: non c’era che l’Amante, l’Amore, l’Amato. È stato un movimento che veniva dall’Amore, un’esperienza vissuta nella luce che l’Amore temperava; tutto era compiuto nella conoscenza che l’Amore accorda.