Alicia Kotowska, una suora martire per aver difeso la sua fede

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E’ stata fucilata dai nazisti per aver difeso la sua fede. Alicia si è guadagnata il paradiso.

Alicia Kotowska, è una suora che è stata “uccisa” per aver difeso la sua fede fino alla fine, è stata beatificata insieme ad altri martiri polacchi della Seconda Guerra Mondiale.

Alicia sapeva a cosa andava incontro ma non si è tirata indietro, ha scelto di appartenere a Gesù fino alla fine. Come lei, molti altri cattolici sono andati incontro ad una fine drammatica a causa dei nazisti che hanno dato la loro vita, martirizzandola ma in cambio si sono guadagnati il paradiso.

Chi era Alicia Kotowska                                                                                                  

Il suo nome di origine Maria Jadwiga Kotowska era una donna umile e lavoratrice, come tante altre giovani ha ricevuto la chiamata di dedicarsi agli altri, però la vita l’ha poi messa davanti ad una scelta: o una vita senza prìncipi o una morte nella fedeltà delle sue convinzioni.

Maria era polacca, nata a Varsavia il 20 novembre 1899. E’ cresciuta in una famiglia cristiana, dove regnava l’amore tra i genitori e i suoi fratelli.

Due anni dopo, la Polonia venne invasa dall’Armata Rossa e Maria decise di unirsi alla Croce Rossa per lavorare in un ospedale da campo. Rimase lì per otto mesi.

Poco tempo dopo, decise di prendere i voti nella Congregazione delle Suore della Resurrezione.

Il 19 aprile 1922 scriveva alla Superiora Generale, Madre Antonine Soltan, per chiederle di accettarla in convento: “Desidero vivere e morire per Cristo, amandolo al di sopra di tutto, perché è il mio Grande Amore, il mio Signore, il mio Dio, il mio Tutto”.

Nel 1924 interruppe i suoi studi di medicina ed il suo nuovo nome divenne suor Alice.

Alice, all’interno della congregazione si è dedicata soprattutto all’insegnamento, e nel 1934 si trasferì nella località polacca di Wejherowo, dove lavorò come maestra nel centro educativo della Congregazione, di cui avrebbe finito per diventare direttrice e superiora.

Lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale e l’invasione della Polonia

Dopo lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale e l’invasione della Polonia, tutte le Congregazioni religiose divennero bersaglio dei nazisti soprattutto quelle che non esitavano a dare aiuto agli ebrei.

Infatti il convento dove suor Alice divenne superiora, venne subito controllato dall’esercito tedesco, le suore vennero confinate al primo piano.

A tradirla fu il giardiniere della comunità, che la consegnò alla Gestapo. Suor Alice, buona d’animo e piena della presenza di Dio, perdonò il suo traditore.

Così Alice dovette lasciare il convento. Venne rinchiusa insieme ad altri religiosi nel carcere di Wejherovo.

La sua prigionia durò solo due giorni perché venne poi fucilata insieme ad altri religiosi in un bosco, di lei rimase soltanto il rosario.

Il 13 giugno 1999, sessant’anni dopo il suo assassinio, Papa Giovanni Paolo II è andato a Varsavia per pronunciare l’omelia della celebrazione in cui è stata beatificata insieme ad altri martiri del nazismo, tra cui vescovi, religiosi, religiose, seminaristi e laici che avevano perso la vita per il fatto di voler difendere la propria fede.

Le parole di Giovanni Paolo II

Queste furono le parole del Pontefice polacco: “Se oggi ci rallegriamo per la beatificazione di cento e otto martiri chierici e laici, lo facciamo anzitutto perché sono la testimonianza della vittoria di Cristo, il dono che restituisce la speranza”, aggiungeva Giovanni Paolo II.

“I beati martiri gridano ai nostri cuori: Credete che Dio è amore! Credetelo nel bene e nel male! Destate in voi la speranza! Che essa produca in voi il frutto della fedeltà a Dio in ogni prova!”

Fonte. Gaudium Press di Rita Sberna