Ilaria Masi “Padre Pio mi ha incoraggiata ad operarmi al cuore”

E’ la storia di una giovane ventottenne che con tutta se stessa, testimonia di essere viva grazie alla forza che le ha trasmesso Padre Pio.

A soli 6 mesi di vita, la giovane anconetana è nata con la Tetralogia di Fallot, una malformazione congenita che richiedeva la sostituzione della valvola cuore-polmone.“

Ma lasciamo che a raccontarci questa storia sia proprio la nostra diretta interessata, Ilaria Masi.

Iniziamo proprio dalla tua tenera età. Cosa succede al tuo cuore esattamente?

Ad appena 6 mesi di vita ebbi uno scompenso cardiaco dietro lo spuntare dei primi due dentini. Sapevano gia che avrei dovuto affrontare un intervento a cuore aperto per correggere la tetralogia di fallot, una cardiopatia congenita, e il cardiochirurgo Carlo Marcelletti, voleva aspettare il primo anno di vita in modo da affrontare l’intervento con più forze ma a quanto pare il cuore aveva gia deciso..

 

Nel 2002, inizi ad avere nuovamente problemi al cuore e l’unica soluzione sembra essere la sostituzione della valvola. Quali erano i rischi?

Nel luglio 2002, come hai giustamente accennato, inizio nuovamente ad avere problemi al cuore. Anzi, quell’anno ero arrivata al limite di ogni cosa. Era una fatica persino alzare un dito. Nell sfortuna, ebbi la fortuna di arrivare a 12 anni senza altri interventi di mezzo, come purtroppo è accaduto a tanti miei amici.

Ero consapevole di tutto. Sapevo che la morte era dietro l’angolo. Se non affrontavo l’intervento sarei morta dopo pochi giorni e malamente. Ho voluto rischiare. O ricominciava la mia nuova vita o sarei diventata un angelo. CE L’HO FATTA!

 

Una delle notti in cui ti trovavi ricoverata in ospedale (in attesa dell’intervento) succede qualcosa di incredibile…

La notte prima dell’intervento, ero posseduta dalla paura di tutto! Sarei scappata! Ovviamente non ho mai dormito e all’improvviso mi apparve padre Pio. Lo vidi. Era a mezzo busto, a braccia conserte che mi guardava. Poi si è sfumato. È stato lì che ho capito che la mia vita non doveva finire su quel letto d’ospedale.

Prima di quella notte avevi mai pregato Padre Pio?

Prima di quella notte, non ho mai pregato Padre Pio. Mai successo prima.

 

Perché inizialmente rifiutavi l’operazione pur sapendo che saresti andata incontro a morte certa?

Inizialmente rifiutavo l’operazione perché avevo paura. Paura del post intervento, se avrei sofferto, se qualcosa andava storto. Avevo paura di tutto! Avevo paura della morte stessa!

 

Non sei l’unica della famiglia ad aver visto un santo perché anche tua nonna ha avuto un’esperienza simile. Raccontaci!

Si, esattamente. 12 anni fa, mia nonna si ammalò di cancro. Anche li, intervento, due anni di chemio, i capelli che cadono. E una notte, nella disperazione, le apparve in sogno Papa Giovanni Paolo II, in un prato, vestito di bianco che le andava incontro a braccia aperte. Da quella notte, mia nonna ha iniziato a stare subito bene! A riprendersi!

 

Com’è il tuo rapporto con la fede?

Guarda, sono sincera. Non sono come tante persone che fanno pellegrinaggi, che stanno ore davanti ai santi e ci parlano. Io vado a messa tutte le settimane, se riesco, prego, ma finito qui. Credo e sono convinta che Padre Pio mi abbia dato la forza di affrontare il tutto e con estrema serenità e se vogliamo parlare di miracolo….il miracolo l’ha fatto chi mi ha operato, ma qualcuno lassù ha fatto il miracolo che tutto andasse bene!

 

Oggi collabori con Ivan Cottini, il primo ballerino con la sclerosi multipla.  Qual è il messaggio che insieme cercate di trasmettere?

Io ed Ivan, abbiamo due storie totalmente diverse ma un’unica forza che ci accomuna. Cerchiamo di dire a tutti che ogni segno visibile sulla nostra pelle e sul corpo stesso, sono segni di vittoria perché senza quelli non saremmo qui a raccontare di quanto bella possa essere la vita!!! Perché le belle storie vanno sempre raccontate!

Rita Sberna