In Irlanda del Nord, centinaia di operatori sanitari si oppongono all’aborto “in casa”

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Quasi 300 operatori sanitari hanno firmato una lettera aperta al ministro della salute dell’Irlanda del Nord esprimendo la loro opposizione agli aborti “in casa”.

La lettera aperta a Robin Swann MLA segue una campagna di sostenitori dell’aborto che chiedono l’introduzione di servizi di telemedicina per l’aborto.

In Inghilterra, Scozia e Galles, i regolamenti sull’aborto sono stati allentati dopo il primo blocco nazionale all’inizio di quest’anno, per consentire alle donne di ricevere entrambe le pillole abortive per posta dopo una consultazione telefonica con un medico.

La lettera a Swann, firmata da 277 operatori sanitari, definisce i programmi di aborto “fai da te” “insicuri e inaccettabili”.

Invece di introdurre aborti in casa, gli operatori sanitari chiedono un’espansione dei sistemi di supporto medico, sociale e finanziario per aiutare le donne ad affrontare una gravidanza non pianificata. Questa sarebbe la vera soluzione che a differenza dell’altra aiuta le donne ad avere un sostegno sotto tutti gli aspetti, anzichè optare per la soppressione del nascituro mediante l’aborto.

Andrew Cupples, un medico di base in Irlanda del Nord è uno dei firmatari della lettera, ha dichiarato: “Questa è una mossa ideologica cinica per conquistare terreno mentre l’attenzione dei politici, del servizio sanitario e della popolazione è occupata per il resto dal Covid-19.”

” E’ un altro passo indietro per la salute di donne e bambini, che introduce ulteriori rischi in un sistema già scarsamente regolamentato e indesiderato. Il trattamento dei pazienti senza un’adeguata valutazione, per motivi imperfetti come la facilità di accesso, vola di fronte a una buona assistenza medica”.

Lungi dal conferire potere alle donne, questa mossa consentirebbe ulteriormente agli operatori sanitari di impegnarsi nella distruzione totale del nascituro con maggiore facilità ed efficienza, con grande disagio di molti dei loro pazienti e colleghi”.

L’introduzione degli aborti fai da te contraddice i risultati di un recente sondaggio ComRes in cui oltre i tre quarti delle donne (77%) ha affermato che i medici dovrebbero essere tenuti a verificare di persona che una donna sta cercando di abortire e non sta subendo coercizione.

Un ulteriore sondaggio ha rilevato che la stragrande maggioranza delle donne (92%) ritiene che una donna che richiede un aborto debba essere visitata di persona da un medico qualificato.

Hannah Chapman, un altro medico di famiglia dell’Irlanda del Nord che ha firmato la petizione ed ha dichiarato: “Lo standard di assistenza di base che mi aspetto per le donne che si trovano ad affrontare una gravidanza non pianificata inizia con una valutazione fisica ed emotiva completa e termina con l’accesso a una gamma completa di opzioni e supporto.

“In un momento in cui una donna può già sentirsi vulnerabile e isolata, la valutazione a distanza e l’aborto” a casa “non possono offrire questa assistenza.”

” Le donne vengono esposte ad un rischio fisico significativo, mentre potenzialmente nega il suo supporto continuo. Oltre a questi rischi di base, la possibilità di ottenere pillole con dettagli imprecisi o sotto coercizione è spaventosa”.