ISLAM: RELIGIONE DI PACE?

Colpisce stamattina la visita di Papa Francesco al Santuario di Jasna Gora, dove si trova custodita l’immagine della Vergine colpita e sfregiata nel volto, tanto cara ai cattolici polacchi. La santa icona della Madonna, nel corso dei secoli è diventata il segno identitario del popolo oppresso dai vari regimi e dalle ideologie, possa suscitare nel cuore del vescovo di Roma, sentimenti di profonda fede, senza la quale non è possibile costruire la città di Dio. Abbiamo bisogno di edificare ponti, poggiati su Cristo, pietra e roccia irrinunciabile della salvezza dell’uomo. L’immensa moltitudine di fedeli, sacerdoti e vescovi, raccolti in preghiera ai piedi di Maria, ottengano dal cielo la grazia di non rifiutare le radici su cui è edificata la Chiesa e l’Europa.

Ricordiamo Padre Jacques, ucciso in odio alla fede. La testimonianza di questo umile servitore del Vangelo, non può passare inosservata. Il suo sacrificio possa risvegliare la gioia di essere cristiani. Il sangue versato ai piedi dell’altare si è mescolato con quello del Signore Gesù morto sulla Croce, per la salvezza del mondo. Certamente affermare questa verità potrebbe urtare il politicamente corretto, che in tutti i modi cerca di cancellare la presenza cristiana in occidente.

La minimizzazione del martirio, chiamando a difesa forme di prudenza per non accentuare lo scontro; la continua battaglia mediatica, tesa a nascondere la portata gravissima dell’evento, riducendolo ad un gesto folle di squilibrati, che guarda caso entrano in chiesa seminando terrore al grido di Allah Akbar, e procedendo allo sgozzamento di un ministro di Dio dopo il deciso rifiuto ad inginocchiarsi, mentre l’altro terrorista recita versi del Corano, non può essere un episodio grave isolato, senza nessun significato religioso. Purtroppo e lo diciamo con dolore, è stato compiuto in nome di Allah.

Il martirio di Pere Jacques ha un significato preciso: l’eliminazione fisica è una forma di conquista e di sottomissione. Da questa prospettiva è necessaria una seria riflessione sul tema dell’integrazione. Chi viene accolto, come avviene nelle nazioni a maggioranza musulmana, deve accettare i valori e le tradizioni del paese ospitante. Senza esitazioni. Invece in Europa avviene l’esatto contrario: procedere in questa direzione viene etichettato come fondamentalismo o peggio come razzismo. Ribadiamo il dovere umano e cristiano di accogliere i profughi. Ma con l’attenzione di non far entrare quanti hanno intenzione di compiere azioni malvage e violente contro gli infedeli.

Ritorna allora quanto mai attuale il discorso di Benedetto XVI a Ratisbona. L’Islam per essere religione di pace, a partire dalla fede, ha il dovere di scartare ed eliminare la violenza dalla sua compagine sociale e religiosa. L’esempio di Padre Jacques, possa aprire la porta del cuore di quanti per paura fuggono davanti al male e si riparano dietro il perbenismo ideologico che non permette di agire secondo lo spirito del Vangelo. Abbiamo la responsabilità di gridare la verità dai tetti perché la Parola di Dio è come una spada a doppio taglio che chiede di aderire alla luce e rifiutare le tenebre. Coraggio! Il Signore è con noi. Non abbandona i suoi figli. E a quanti sono fedeli riserva il premio eterno della gloria. Dopo la tempesta arriva sempre il sereno.

Don Salvatore Lazzara