La battaglia delle ‘Sentinelle in piedi’ che risveglia le coscienze
Avrete sentito parlare delle “Sentinelle in piedi”, in molte testate nazionali e in molte televisioni. C’è chi li critica e c’è chi li ammira per il loro operato, le Sentinelle vegliano nelle piazze per risvegliare le coscienze intorpidite e passive di fronte al pensiero unico.
A tal proposito abbiamo intervistato uno dei fondatori di tale resistenza che per privacy chiameremo Mario.
Mario, chi sono esattamente le “Sentinelle in piedi” e quali sono i loro propositi?
Innanzitutto devo puntualizzare una cosa. Non si tratta di una testimonianza di fede. Le Sentinelle sono persone appartenenti a diverse confessioni religiose. A Brescia, per esempio, con noi in piazza c’è sempre un gruppo di una dozzina di musulmani, uomini, donne e bambini, e questo particolare ha dato molto fastidio a chi cerca di inquadrarci come ultra cattolici di destra, conservatori, tradizionalisti. No, non essendoci alcuna tessera, chiunque voglia testimoniare la bellezza della famiglia, della paternità e della maternità, del matrimonio che per natura non può che essere tra uomo e donna, può aggregarsi, raggiungere la piazza in cui vegliamo, e schierarsi leggendo un libro. Il nostro proposito è quindi quello di testimoniare ciò che storicamente è sempre stata un’ovvietà. Nell’Italia di Don Camillo e Peppone, i due amici nemici di Brescello non avrebbero mai litigato sul significato di matrimonio. Magari su quello di matrimonio religioso, ma nessun comunista si sarebbe mai sognato di dire che due uomini o due donne possono sposarsi e, addirittura, adottare bambini costruiti su misura, portati in grembo da madri il cui utero è stato affittato. Un obbrobrio. Vorrei ricordare che Pierpaolo Pasolini nel 1949 venne espulso dal PCI in quanto omosessuale, (altro che Chiesa omofoba!!) questo per dire che non è che in 60 anni un popolo può cambiare la propria visione antropologica, solo perché potenti lobby comandano tutto l’asset culturale. Oggi in piazza con noi c’è gente proveniente da tante esperienze religiose, politiche, culturali, tra loro eterogenee. Quindi la nostra non è una testimonianza di fede, nel senso stretto del termine. Casomai, se proprio vogliamo definirla, è una testimonianza di civiltà.
Quando sono nate in Italia le “Sentinelle in piedi” ed in quale occasione?
Le “Sentinelle” sono nate nell’estate del 2013 a Brescia. L’occasione è stata quella che venne definita “un frettoloso dibattito notturno a Montecitorio” sul DDL Scalfarotto – Leone, i due relatori, il primo del PD e il secondo del PDL, in cui si stava cercando di introdurre nel nostro codice penale un nuovo reato, quello di “omofobia”. Decisione questa assai pericolosa, poiché il termine”omofobia” nessuno ad oggi ha mai chiarito che cosa significhi, nessun vocabolario aveva mai incluso quella parola. In pratica in questo decreto, che ad oggi è stato votato alla Camera ed è momentaneamente fermo al Senato, è prevista la galera in caso di comportamenti omofobi. Ci siamo chiesti, se qualcuno di noi sostenesse che un bambino nasce da un papà e da una mamma, che due persone dello stesso sesso non possono adottare un figlio, oppure, se un cattolico citasse il Catechismo e sostenesse ciò che da sempre la Chiesa dice riguardo all’omosessualità, che cosa potrebbe accadere? La risposta è abbastanza ovvia, in Inghilterra, dove esiste una legge analoga alla Scalfarotto, è già successo che un predicatore americano, in uno dei luoghi bandiera della libertà d’espressione anglosassone, sia stato arrestato per aver citato le parole di San Paolo. In Francia, Paese in cui ora tutti urlano “je suis Charlie”, c’è chi è stato arrestato per aver indossato la maglietta raffigurante una famiglia tradizionale stilizzata, papà è figlio color azzurro, madre e figlia color rosa.
State in silenzio nelle piazze, in piedi con un libro in mano. Perché avete scelto questa forma di protesta?
Il silenzio è il modo migliore per far capire che non abbiamo nemici, che non serve urlare slogan, che combattiamo per delle idee e non contro qualcuno. Come detto, tutti possono venire in piazza, ci sono omosessuali che manifestano con noi per la libertà e non si identificano nel movimento lgbtq che fa dell’omosessualità una bandiera. Il libro in mano è un modo simbolico per esprimere la necessità di essere aggiornati, di essere sulla notizia. Capire gli argomenti e tenersi informati.
Avete fatto 10 veglie in 10 giorni; una delle veglie era dedicata alla libertà di espressione. Cosa vuoi dire in merito?
Libertà d’espressione significa libertà di esprimere il proprio punto di vista, significa che in un sistema democratico le idee non possono essere censurate finchè queste non ledano la dignità altrui.
Voi tutelate la famiglia naturale fondata sull’unione tra uomo e donna. Cosa pensate delle coppie omosessuali che vogliono contrarre matrimonio ed avere dei figli?
Pensiamo che il diritto non può regolare gli affetti. L’articolo 29 della Costituzione recita che “La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio”. Riconoscere significa accogliere ciò che già c’è. I padri costituenti non hanno specificato che il matrimonio è tra un uomo e una donna, il riferimento alla “società naturale” bastava e avanzava. Nessuno si sarebbe mai sognato di ipotizzare matrimoni poligamici, matrimoni tra persone dello stesso sesso. Società naturale significa che un uomo e una donna generano figli che sono il futuro della società. L’articolo 29 prende in considerazione la famiglia per questo motivo, lo stato non può legiferare sugli affetti. I figli sono la continuazione, la sopravvivenza, la ricchezza del domani. Non è un caso se l’occidente a crescita zero è in piena crisi economica. Si può tranquillamente affermare che la legge Scalfarotto è una legge che genera disoccupazione.
Quanto alle coppie omosessuali che vogliono contrarre matrimonio per avere figli, è abbastanza “noto” che due persone dello stesso sesso non possano generare. Così oggi capita che coppie molto facoltose di omosessuali, vedi Elton John e il suo “amico”, vanno a comprarsi il figlio nei paesi poveri. Pagano una donna per essere fecondata artificialmente col loro seme, sfruttando il fatto che la condizione di povertà di queste persone, con qualche migliaia di dollari si trasforma in ricchezza, e dopo 9 mesi il bambino nasce e viene strappato dalla mamma per essere impacchettato e consegnato agli acquirenti. Un obbrobrio, un enorme business a livello mondiale che nessuna femminista purtroppo denuncia: una donna ridotta in schiavitù e un bambino comprato come un cagnolino. E’ possibile che non si capisca che una legge sull’omofobia ci vieterà di dire queste cose, pena la galera, e lorsignori potranno gestire queste pratiche disumane nell’indifferenza generale?
Noi non vogliamo che ciò accada, sotto la apparente giusta causa del rispetto di chi ha tendenze omosessuali, si cela uno squallido mercato, una nuova tratta degli schiavi. E lo sanno bene gli omosessuali che scendono in piazza con le Sentinelle, non riconoscendosi nella nuova ideologia del Gender, recentemente paragonata da Papa Francesco a Nazismo e Comunismo.