La Messa “in streaming”: rischi per la fede e vantaggi spirituali

La Messa “in streaming”: rischi per la fede e vantaggi spirituali

Infatti, la partecipazione intenzionale è paragonabile nel suo genere alla comunione spirituale, ed entrambe solo si giustificano data l’impossibilità attuale di partecipare personalmente o comunicarsi sacramentalmente. Per questo motivo, l’offerta intenzionale delle Messe fatte a distanza, senza parteciparvi realmente, si fa sempre e solo se si tiene presente che la partecipazione personale, in loco, alla Messa è insostituibile per la nostra vita spirituale ed ecclesiale soprattutto quando coronata con la comunione sacramentale. Si potrebbe addirittura tracciare questa relazione: l’offrire intenzionalmente le Messe celebrate a distanza è una pratica di devozione eucaristica che porta sempre una crescita del desiderio non solo legittimo ma fondamentale di andare a Messa per comunicarsi!

La seconda domanda sarebbe questa: come affermare che la Messa in streaming in se stessa (ossia per il fatto di essere una visione a distanza) può avere il valore spirituale esclusivo di una evocazione che serve a consolare la nostalgia e alimentare nuove speranze? Cosa si vuol dire?

Come è evidente il digiuno spirituale forzato al quale stanno costringendo i fedeli le autorità civili deve causare nei cuori dei credenti grande fame eucaristica. Per ciò, il fatto di assistere in streaming o anche in differita il video di una messa ci risolleva dalle nostre nostalgie col piacevole ricordo delle Messe partecipate, come facciamo quando sfogliamo gli album di famiglia con le foto dei nostri cari che sono distanti.

 

E, al contempo, ed è questo l’aspetto più importante, alimenta le speranze di riavere presto –molto presto!– l’accesso ai sacramenti. Tali speranze ci devono spingere a pregare il Signore con insistenza e fervore, per mezzo di Maria Santissima, perché ci dia oggi il nostro pane quotidiano e soprannaturale.

 

In sintesi, cerchiamo di riproporre schematicamente quello che è stato detto:

  1. Alla Messa in streaming si assiste, non si partecipa. Il cristiano per andare in Paradiso deve, però, partecipare all’Eucaristia stando presente col corpo e col cuore nel luogo della celebrazione, o almeno avere il desiderio di farlo nel caso d’impossibilità. Dunque dev’essere scartata quasi come eretica l’idea di trovare dietro lo schermo, nella Messa in streaming, un surrogato virtuale della partecipazione alla Messa. Questa idea diffusasi tra alcuni fedeli anche benintenzionati è sbagliata e perniciosa per le anime. Il semplice fatto di guardare il video della Messa non può costituire di per sé una vera e propria partecipazione, ricordando che tra partecipare e assistere (cioè esserci in qualità di spettatore) c’è un abisso.
  2. Assistere alle Messe in streaming o in differita da una parte può diventare un momento di ascolto della parola, e d’altra parte può essere uno stimolo per realizzare un esercizio spirituale che consiste nell’offrire interiormente il Santo Sacrificio celebrato a distanza – giacché in ogni messa si fa misticamente presente tutta la Chiesa – per la salvezza propria e di tutto il mondo. Tuttavia questo esercizio di pietà non dipende dalle immagini contemplate sullo schermo e si può fare in qualsiasi momento della giornata, basta raccogliersi nel santuario interiore del cuore. D’altronde il frutto normale di tale forma di pietà eucaristica deve necessariamente stimolare la fame eucaristica e, nelle attuali circostanze, accendere la speranza di poter riprendere la pratica sacramentale come di consueto, cioè, in modo reale, partecipando personalmente, in loco, alla Santa Messa e idealmente accedendo pure alla comunione sacramentale.
  3. Quando ci sarà la fine dello stato di emergenza, non si potrà mai fare una falsa scelta tra assistere in streaming alla Messa o parteciparvi andando in Chiesa. Sono due cose totalmente diverse, la prima non può mai sostituire la seconda, e per arrivare in paradiso ci vuole la partecipazione perfetta al Santo Sacrificio, cioè con l´interiorità del cuore e la presenza del corpo nel luogo celebrativo, la cui più alta espressione è la comunione sacramentale.

Ci auguriamo che queste riflessioni servano a tutti i fedeli al fine di stimolare le loro suppliche a Dio e le loro azioni presso gli uomini, mirate al ristabilimento urgente della pratica sacramentale, specie eucaristica in favore dei cattolici ora privati del Pane disceso dal Cielo e della partecipazione al Santo Sacrificio. La Vergine Santa, nostra madre misericordiosa, abbia compassione dei suoi figli affamati di Dio e interceda con potenza dal Cielo in loro favore!

Padre Carlos Werner – Araldi del Vangelo