La preghiera in casa Luciani

La preghiera in casa Luciani

Ogni settimana avveniva la recita del rosario, non solo nel mese di maggio come usiamo fare oggi, ma tutto l’anno, perché la Vergine Maria e Gesù vanno lodati in ogni stagione della vita, proprio come scrisse  Sua Santita Callisto I, meglio noto come il Papa delle 4 tempora.

La gente della valle del Biois, che parte da canale d’Agordo, Falcade, il Passo del San Pellegrino e arriva a Moena e Soraga, erano soliti una volta ottenuta la grazia per intercessione della Madonna o del santo al quale erano devoti, segnare la propria casa dipingendo sul muro esterno il volto del santo dal quale, si ritenesse essere stati graziati.

Ecco perché quando ci troviamo sulle Dolomiti, capita sovente di vedere enormi crocefissi, rosoni dedicati alla Madonna e ai santi esposti fuori dalla case.

Poi è chiaro che è grazie alle tante preghiere recitate a canale d’Agordo, che la famiglia Luciani ebbe la grazia da Dio, di vedere il loro figlio Albino diventare sacerdote.

Ma il Signore come poi la storia ha raccontato, volle ben altro da quel ragazzino di montagna che nulla possedeva ma che nel suo cuore come in quello della sua umilissima e poverissima regnava un immenso amore per la Croce di Gesù Cristo.

Il Signore era tanto innamorato dell’umiltà della famiglia Luciani, che ad un certo punto della vita di questo buon sacerdote, lo volle addirittura vestire di bianco, consegnandogli le chiavi della Sua chiesa universale, facendolo diventare grazia alla preghiera, da semplice sacerdote di montagna a Sua Santità Giovanni Paolo I, il Papa del sorriso.

Andrea Pagnini