La tradizione musicale della Novena di Natale siciliana

foto da Pixabay

Canti tipici in dialetto siculo nell’attesa della nascita di Gesù Bambino

 La tradizione musicale della Novena di Natale siciliana non è scomparsa anzi, è sempre più attuale e puntualmente dal 16 al 24 dicembre, in tutte le chiese sicule, i fedeli cantano in dialetto siciliano e suonano con strumenti tipici del periodo, dei canti in preparazione alla nascita del Bambinello Gesù.

E’ un’occasione per stare insieme e fare dell’attesa un momento di gioia, di musica e di preghiera. La Novena di Natale è suddivisa in 9 parti e per 9 sere si susseguono attraverso un repertorio ampio di musica che narra in maniera simpatica e tradizionale, gli eventi che si succedono sera per sera, sino a raggiungere la nascita di Gesù.

Ogni paese in Sicilia ha le sue tradizioni. In alcuni paesi come il mio (San Cataldo in provincia di Caltanissetta) alcuni gruppi musicali, vestiti con abiti tipici dell’evento natalizio, passano per le strade suonando degli strumenti antichi e cantando in dialetto la novena natalizia. Uno dei canti tipici del paese mio di origine ad esempio è “Ora veni lu picuraru” che tradotto significa “Ora viene il pecoraio” non è altro che la storia di un povero pecoraio che non sa cosa portare al Bambino Gesù e gli porta in dono gli sforzi e i frutti del suo lavoro come il formaggio o altre cose del genere.

Ovviamente il contenuto delle Novene e i personaggi, trovano origine molto spesso dai Vangeli apocrifi trasmessi nel tempo per via orale.

Tornando al canto sopra citato, alcune strofe recitano così:

Ora veni lu picuraru

e nun ha chi ci purtari

porta latti e nti la cisca

cascavaddi e tuma frisca.

Arrivisciti o matri mia,

ca nui semu a la campìa.

E ninna hò, e ninna ahò

e lu mè figghiu dormiri vò.
(Corpus Favara)

Ad esempio un altro canto siculo che viene cantato durante la Novena in altri paesi della Sicilia è “Balla Balla Bammineddu” e dice così:

Balla balla Bammineddu,
tuttu lu chianu è tuttu lu to’;
unni posa lu to’ piruzzu,
nasci ‘na rama di basilicò.
Sci chi ciauru ‘i basilico,
Sci chi ciauru ‘i basilicò.   

Susi Bamminu c’a jiri a la scola,
la mamma ti chiama , la missa ti sona.
Trentatri anni la cruna ri spini,
cu ferra e catini p’amari a Gesù.
cu ferra e catini p’amari a Gesù,
cu ferra e catini p’amari a Gesù. 

Sant’Agostino diceva “chi canta prega due volte”, ed in Sicilia l’attesa della nascita di Gesù è doppiamente un’attesa, visti i canti e i gruppi musicali che nelle serate precedenti cantano e suonano per attendere il momento della grande gioia.

Fonte. Gaudium Press di Rita Sberna