Le apparizioni di Maria Rosa Mistica: Il lungo periodo delle attese (1949-1960)

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Le apparizioni di Maria Rosa Mistica: Il lungo periodo delle attese (1949-1960)

Presso le Suore Francescane del Giglio di Brescia Pierina rimase 19 anni, accolta per carità, prestando servizi anche di infermiera nonostante lei stessa avesse bisogno di essere curata.

Furono infatti molte le malattie che l’afflissero specialmente nei primi anni di questa permanenza.

Non doveva diventare suora ma vivere nel Convento in perfetta ubbidienza. Ciò dietro consiglio di Don Gerolamo Lanzetti, Padre Spirituale del Seminario.

Aveva a sua disposizione una camera decente, con una bella statua della Madonna sul cassettone, ed inoltre vicina alla Cappella. Altro motivo di conforto l’aver incontrato la Signorina Lucia Mazzotti allora trentenne, che rimase per tutta la vita compagna nelle preghiere, nella devozione alla causa di “Rosa Mistica” e che con grande dedizione assisteva Pierina nelle sue malattie. Specialmente ebbe i consigli e il conforto di Santa Maria Crocifissa Di Rosa che le appariva frequentemente.

Ma dal diario si apprende che molto più frequenti furono i momenti di sofferenza dovuti a malattie. Ritornarono le coliche renali con altri disturbi che condussero Pierina ad un momento di estremo sconforto.

Il 5 gennaio 1950 alla sua presenza il medico curante disse al Superiore che per impegni non poteva più assisterla e lasciava ad un altro il compito. Uscito poi dalla camera senza chiudere la porta, disse al Superiore a voce alta che Pierina era peggio di un’isterica, gettando anche fango sulla sua virtù, così che da parte dei Superiori si cominciò a pensare se non fosse il caso di allontanare quell’ospite che oltre tutto dava tanto da fare alla casa. Pierina che aveva sentito tutto e che poi si accorgeva di non essere più trattata come prima, invocava “disperatamente” la Madonna. Dove sarebbe andata se nessuno la voleva? Per fortuna. o meglio per grazia divina, pochi giorni dopo fu affidata alle cure di un medico di coscienza, il Dottor Adolfo Battisti, il quale mise in evidenza la falsità delle insinuazioni del medico precedente ed anche in seguito ebbe a testimoniare la forza e la pazienza con cui Pierina sopportò sia i dolori sia le umiliazioni causate da una forma morbosa sofferta dal 1951 sino all’inizio del 1953, con la formazione successiva di numerosi ascessi disseminati in diverse parti del corpo, per cui furono necessarie circa quaranta ampie incisioni con drenaggio e medicazioni delle cavità residuate.

Altre sofferenze non meno gravi di natura morale furono provocate dai rapporti col Padre Confessore, il Padre Giustino Carpin, suo primo benefattore per l’accettazione nella casa. Si venne subito a creare una situazione paradossale, che si prolungò per anni e anni. Santa Maria Crocifissa apparendo a Pierina le aveva comunicato, ed in seguito ebbe più volte a confermare, che il Padre Giustino doveva essere il suo Confessore, a cui doveva dare piena confidenza, rivelandogli tutte le esperienze soprannaturali, comprese le sue frequenti apparizioni e i suoi messaggi. Se non ché il Padre Giustino si dimostrava profondamente scettico; quando Pierina doveva rivelare queste esperienze che pure erano tanta parte delle sue preoccupazioni, lasciava cadere il discorso e non dava nessun aiuto.

Tanto che Pierina fu spinta una volta a confessarsi così:

“Padre, le faccio la confidenza che non ho confidenza in Lei”.

In particolare Santa Maria Crocifissa più volte tornò alla carica per convincere Padre Giustino a chiedere il permesso ai suoi Superiori per accompagnare Pierina a Roma e manifestare al Papa il Messaggio comunicato dalla Madonna a Montichiari. La risposta di Padre Giustino era sempre la medesima:

“Se S. Maria Crocifissa non fa un miracolo, non mi prendo nessuna responsabilità”.

Pierina poté andare a Roma durante l’Anno Santo il 22 maggio 1950, ma senza il Confessore; furono dieci giorni di continue coliche renali e dovette tornare sul treno degli ammalati. Vi si recò ancora senza il Confessore per interessamento della Signorina Bonomi ed ebbe l’udienza da Pio XII a Castelgandolfo l’8 agosto 1951.

Ecco come narra il fatto nel diario:

“Arrivato che fu al nostro gruppetto composto da tre persone, la Signorina Martina Bonomi, io e un Signore di Roma, il Santo Padre ci chiese di dove eravamo. La Signorina disse: ‘Di Brescia” e rivolgendosi verso di me, disse: “Questa è Gilli Pierina di Montichiari, ecc. (Dovette richiamare i fatti delle apparizioni). Allora Lui si mise la mano alla fronte e dopo un attimo, disse: “Ah, si, ricordo!” Poi verso di me disse: “Figliola, hai corrisposto alla grazia della Madonna? Sei diventata più buona?”. Io arrossii, ma non fui capace di dir nulla, perché era vero che non avevo corrisposto alla grazia, mentre nel mio cuore nutrivo il desiderio di migliorare… Allora Lui con sorriso di tanta dolcezza mi disse: “Brava figliola, cerca di corrispondere e per questo ti do la nostra paterna benedizione”. Mi mise le sue mani venerabili sulla testa e con formula in latino mi benedisse con il bacio dell’anello.

Ero tanto tranquilla, non ebbi un momento di emozione trovandomi davanti al Papa, perché l’ho trovato tanto umile e paterno. Nonostante questo non mi è stato possibile dire del Messaggio della Madonna, perché ero attorniata da varie persone”.

Secondo una testimonianza che fu anche stampata:

“Il Santo Padre infine si piegò sulla veggente, che gli stava davanti genuflessa, ed umilmente le disse: “Per favore, cara figliola, prega anche per Noi”.

Durante questo periodo molti interventi di S. Maria Crocifissa ebbero lo scopo di condurre avanti Pierina nel cammino di perfezione. Ricordiamo solo il voto di “Uniformità alla Volontà di Dio” proposto dalla Santa il 22 ottobre 1951 nel senso di non lamentarsi mai di ciò che al Signore piacerà darle della sua Croce; voto eseguito col permesso del Confessore l’11 febbraio 1952 durante la S. Comunione.

Ricordiamo pure la preghiera eroica del 6 febbraio 1952:

“Gesù ti offro con tutto il cuore e con tutte le forze dell’animo mio il sacrificio di non essere creduta dai Superiori, anzi aiutami a desiderare di essere disprezzata dagli uomini, purché tu sia glorificato e amato.

Rivolgi, o Gesù pietoso, lo sguardo sulla mia povera anima; santificata e rendila vero strumento a tuo compiacimento”.

Pierina ebbe anche una visione di Gesù che le chiese l’adorazione notturna dal giovedì al venerdì e la Via Crucis quotidiana per la conversione dei peccatori; era il 27 febbraio 1952, Mercoledì delle Ceneri.