Lo scorso 13 maggio, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha scambiato alcuni doni con Papa Francesco in Vaticano durante il loro incontro. Il Pontefice ha regalato una scultura di un ramoscello d’ ulivo (simbolo di pace) mentre dal lato suo Zelensky ha donato al Papa un’icona della Madonna dipinta su un giubbotto antiproiettile e un’icona della Madonna Odigitria molto nota in Oriente e in particolare modo in Ucraina. Tuttavia quest’ultima, a differenza dell’originale, è stata intitolata “Perdita”: Maria viene raffigurata con la sagoma nera di Gesù Bambino in braccio a sua madre (come se fosse cancellato) per rappresentare l’uccisione dei bambini durante il conflitto in Ucraina. Colpisce molto questa immagine della Vergine Odigitria senza suo figlio Gesù. Ricordiamo che la parola “Odigitria” significa in greco “colei che indica la via”.
A questo punto si percepisce il significato profetico insito nelle due immagini messe in parallelo della Madonna Odigitria (quella originale e quella offerta dal presidente ucraino). Se è vero che l’Odigitria indica la nostra via verso la Salvezza poiché ci porta il suo Figlio Gesù, Maria è anche la Madre di Gesù sotto la Croce e Madre di tutta l’umanità sofferente. In questi due icone possiamo vedere i due volti di Maria (Madre di Dio e Madre nostra nella gioia e nel dolore). Siamo sotto il suo sguardo amorevole e nel suo cuore. Maria è accanto a noi in ogni momento della vita sia nella gioia (per la vita, la pace, la fede…) che nel dolore (per i bambini uccisi in Ucraina, per le vittime di tutte le guerre o catastrofi naturali…) come fu affianco a Gesù sulla Croce.
Insieme a Maria preghiamo per tutta l’umanità nelle sue vicissitudini sapendo che non siamo da soli: «l’angelo disse loro: Non temete, ecco vi annunzio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi vi è nato nella città di Davide un salvatore, che è il Cristo Signore» (Lc 2,10-11).
Maria ci accompagna e ricorda che un grande salvatore è nato per noi, morto in Croce e risorto. In cammino verso la Pentecoste, che festeggeremo domenica 28 maggio, meditiamo anche nel nostro cuore queste parole di Gesù: «Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore» (Gv14:27).