Non è la prima volta che una campagna di Pro Vita & Famiglia suscita forti polemiche. Così come non è la prima volta che i manifesti della onlus vengono strappati o imbrattati. È successo nei giorni scorsi a Milano. L’immagine choc reca impressa una donna riversa per terra come svenuta, una mela in mano stile Biancaneve. Immagine affiancata all’inequivocabile frase interrogativa: “Prenderesti mai del veleno?”. Il riferimento è alla pillola abortiva Ru486, che “mette a rischio la vita della donna e uccide il figlio nel grembo”. La campagna è veicolata dall’hashtag #dallapartedelledonne.
VIP contro la vita
Vari personaggi della cultura e dello spettacolo hanno attaccato la campagna di Pro Vita & Famiglia, auspicandone la cancellazione. “Gli intolleranti della tolleranza Lucarelli, Parenzo, Saviano chiedono la rimozione… e i teppisti eseguono”, ha commentato Toni Brandi, presidente di Pro Vita e Famiglia, che ha aggiunto: “D’altronde i guru della comunicazione ‘totalitaria-buonista’, antidemocratica ce l’hanno messa tutta a fomentare gli animi. Impariamo oggi che gli unici a poter parlare di questi temi sono loro”.
Il Comune di Milano non ha autorizzato alcuna rimozione
Brandi fa poi una puntualizzazione importante: “E il quotidiano Repubblica mente affermando che sia stato il Comune a guida di Beppe Sala a intervenire e rimuovere i nostri cartelloni, quando invece abbiamo risposta scritta del Comune che conferma che ‘il Comune non ha alcun potere coercitivo né autorizzativo’ in tal senso. Siamo di fronte a una Nuova Inquisizione che si batte contro la libertà di espressione, garantita dalla nostra Costituzione”, ha dichiarato il presidente della onlus.
Contro l’aborto, dalla parte delle donne
“La violenta realtà che ci vede protagonisti racconta che anche a Genova – dichiara da parte sua il vicepresidente di Pro Vita e Famiglia Jacopo Coghe – i nostri manifesti sono stati imbrattati, a Milano sono stati strappati. A chi, come loro, afferma che sabotare l’aborto significa sabotare la vita delle donne, diciamo di andare a lezione e studiare la materia: siamo nel 2020 e la scienza ha confermato che la vita inizia dal concepimento. I progressi dell’embriologia, della biologia e della genetica confermano che l’embrione ha organi funzionanti, prova sensazioni, sogna, soffre. Noi siamo #dallapartedelledonne che devono essere informate sui gravi danni alla loro salute e alla loro vita a causa dell’aborto – conclude Coghe –. Più informazione, più sostegni economici per la prevenzione, più servizi alle donne: questa è civiltà”.