Manuel Bortuzzo, giovane nuotatore di 19 anni colpito da un proiettile, sparato all’impazzata da due ragazzi. E’ ricoverato al San Camillo di Roma e non vede l’ora di uscire per vedere la luce del sole.
Questo è ciò che è accaduto a Manuel e che ha nitidamente raccontato in un’intervista a Repubblica in questi giorni: “Eravamo stati a un compleanno e, insieme a Martina (la fidanzata, ndr), ci siamo fermati in piazza Eschilo, non lontano dalla casa dove avevamo festeggiato questa nostra amica. Volevamo andare al pub, all’Irish, ma abbiamo visto che era pieno di auto della polizia, quindi abbiamo deciso di comprare le sigarette al tabaccaio sull’altro lato della strada. Eravamo a poca distanza da un distributore automatico quando uno scooter nero ci si è avvicinato a tanto così”.
La giovane coppia si trova davanti, a pochi metri, i due aggressori. “Erano tutti e due senza casco ed erano messi schiena contro schiena. Nel senso che uno guidava, l’altro invece era girato al contrario, con la schiena poggiata a quella del complice, e aveva in mano una pistola. La puntava contro di noi. Hanno urlato qualcosa, istintivamente mi sono girato e a quel punto ho sentito gli spari”.
“Mentre teneva la pistola puntata contro di me mi ha gridato: “Figlio di puttana, questa piazza adesso è nostra”. Sono caduto a terra ma non sono svenuto subito. Dicevo a Martina: “Cazzo mi hanno sparato, ma che succede? Chiama qualcuno””. E mentre era a terra ha realizzato tutto: non era lui il bersaglio ma gli avevano comunque sparato. “Ricordo che ho sentito lo scooter che si allontanava e i poliziotti sopra di me che mi dicevano di resistere, che era tutto ok e che i soccorsi stavano arrivando”.
Manuel dice che presto tornerà a gareggiare, a nuotare e a camminare e che non prova rabbia per i due delinquenti che gli hanno sparato contro, ma ha anche detto di aver trovato la forza nel pensare a Bebe Vio.