Marco Miele, è un talentuoso fotografo, professionista nel campo pubblicitario da numerosi anni…nel 2019, dopo circa due anni di lavoro, esce il suo libro fotografico “Unusual views of Rome” (sito ufficiale: www.marcomiele.com) con una mostra a Genova…le foto sono bellissime… Luoghi e momenti sospesi ci rivelano una Roma insolita, pittoresca, antica, moderna e cristiana….Roma era e rimane la città eterna.
Marco, non è solo un fotografo ma anche un uomo di fede e per Cristiani Today ha gentilmente accettato di rispondere ad alcune delle nostre domande.
Marco, come ti è venuta la passione per la fotografia?
È nata quando ero ragazzo, ho trovato questa macchina fotografica che era a casa, era di mio papà e lì mi sono appassionato.
All’inizio chiaramente per me la fotografia era legata a quello che vedevo nei documentari e quindi era la fotografia naturalistica, era “ National Geographic”… feci la scuola di fotografia e quello che un tempo era un hobby poi è diventato la mia professione.
Potresti parlarci del tuo libro “Unusual views of Rome”?
Il progetto partì come un momento in cui volevo fotografare per me stesso e iniziai a fotografare Roma, era forse un paio di anni fa.
Nella mia testa c’era sempre l’intuizione che forse queste fotografie avrebbero potute essere destinate a un progetto più uniforme e quindi successivamente mi venne l’idea di trasformarle in un libro fotografico che poteva essere sia un libro d’arte, che una guida turistica, che un “souvenir”.
Che cosa hai voluto trasmettere attraverso le tue foto?
All’inizio era semplicemente una ricerca personale poi questa ricerca personale è diventata piano piano il mio modo di vedere e di interpretare Roma. Ovviamente non tutta Roma, perché Roma è molta grande e offre tantissimi spunti.
Ho dovuto poi fare una selezione e concentrarmi su quello che una persona vedendo la città per la prima volta avrebbe voluto visitare sul percorso turistico…ma doveva essere in un modo inusuale. L’architettura è anche un pò il tema del libro, è sempre legata alla figura dell’uomo, la città non è mai vuota, non è mai deserta come certe volte lo sono le cartoline.
Alcune di queste architetture sono molto moderne, altre sono molto antiche.
Per te che cos’è una bella foto?
È una domanda molto molto difficile, potrei dire che una bella foto è quella che trasmette un’emozione ma probabilmente sarebbe un pò riduttivo, ragionevolmente una bella foto rispetta alcuni canoni di composizioni all’interno dei quali spesso troviamo anche una matematica , una matematica delle spazi che è stata anche esplorata da molti pittori…quindi è sicuramente una foto che trasmette un’emozione, con la tecnica è anche capace di arrivare all’animo umano attraverso un linguaggio che non è certamente un linguaggio verbale ma un linguaggio visivo.
Pensi che la fotografia ha qualcosa in più “da dire” particolarmente in questo tempo di pandemia?
Certo questo tempo di pandemia ci ha costretti a casa…una fotografia, soprattutto ben fatta, può aiutarci ad aprire anche la mente…potremo dire che la fotografia in questo tempo di pandemia ci fa fare un viaggio in quella che non è la realtà ma è la realtà vista con gli occhi di chi ha scattato la fotografia.
Che consiglio daresti a chi volesse diventare fotografo professionista?
La fotografia in questo momento è un mestiere che per certi aspetti sta soffrendo a causa dell’avvento del digitale e della post produzione, cioè tutti questi software che consentono di manipolare le immagini in un momento successivo a quello in cui sono state scattate … questo ha facilitato e semplificato le cose ma in un certo senso ha permesso a molte più persone di improvvisarsi fotografo per cui questo fatto ha un pò alterato la qualità delle immagini che a volte si presentano sul mercato….un tempo per fare fotografia e specialmente fotografia professionale o fotografia di architettura ad esempio, bisognava studiare molto ed essere preparati nel settore….il mestiere in questo momento è molto sballottato un pò come una nave in burrasca.
Che vorresti dire ai nostri lettori?
Vorrei dire che comunque l’hobby, la passione per la fotografia è una cosa bellissima che secondo me aiuta anzitutto ad avere un rapporto tra il mondo del creato e te stesso…può essere un fiore, può essere un animale, può essere una persona, può essere un paesaggio…però la fotografia a volte richiede tempo, richiede attenzione, pazienza, costanza e questo dà sempre modo di riflettere e di entrare all’interno di quello che è il Creato perché alla fine noi fotografiamo quello che ha creato il Signore… quindi il fotografo può in maniera buona e anche intelligente entrare in questo mondo, esplorarlo con degli occhi che possono in qualche modo esaltare o celebrare le meraviglie che sono opera del Creatore: gli occhi di un bambino o la mano di una donna anziana…