Maria Madre della Chiesa: una festa “ecumenica” e “conciliare”

Maria Madre della Chiesa: una festa “ecumenica” e “conciliare”

Sono innumerevoli gli atti e i gesti con cui, nel suo pontificato, papa Francesco sta ponendo dei sigilli alla definitiva attuazione del Concilio Vaticano II. Uno di questi è il decreto sulla memoria liturgica della beata Vergine Maria Madre della Chiesa, che si celebrerà ogni lunedì dopo la Pentecoste, quindi, per la prima volta, il prossimo 21 maggio. In questo modo il Pontefice ha inteso dare un completamento alla proclamazione di tale titolo mariano, pronunciata a sorpresa dal beato Paolo VI, il 21 novembre 1964, a conclusione della III sessione del Concilio Vaticano II.

Questa nuova memoria liturgica, in realtà, attinge ad un sentire diffuso nel popolo cristiano e a una tradizione che affonda le sue radici nei primi secoli della Chiesa. Stando sotto la Croce (cfr Gv 19,25), infatti, Maria viene investita dal Figlio morente di una nuova maternità, quella del discepolo prediletto, Giovanni, che personifica l’intero popolo cristiano. Già Sant’Agostino aveva parlato in modo esplicito di Maria come “madre delle membra di Cristo”, in quanto aveva “cooperato con la sua carità alla rinascita dei fedeli nella Chiesa” (1). Da parte sua, San Leone Magno aveva visto nella nascita di Gesù, la “nascita del Corpo” mistico ecclesiale. Il Figlio ha affidato la Chiesa nascente alle amorevoli cure di sua Madre, peraltro presente assieme ai Dodici al momento della Pentecoste: la discesa dello Spirito Santo, significativamente si compie con l’apparizione di corone di fuoco tanto sul capo degli Apostoli quanto sul capo di Maria, a indicare una comunanza simbolica nella neonata famiglia ecclesiale.

L’evento della Pentecoste, tuttavia, non può sussistere né avere significato, senza la Passione: l’intima unione di Maria con il Figlio, culmina evidentemente proprio sotto la Croce, dove Cristo, emettendo lo Spirito, genera la Chiesa. “Questa celebrazione ci aiuterà a ricordare che la vita cristiana, per crescere, deve essere ancorata al mistero della Croce, all’oblazione di Cristo nel convito eucaristico, alla Vergine offerente, Madre del Redentore e dei redenti”, si legge nel decreto istitutivo della memoria liturgica.

Tornando a Paolo VI, la proclamazione di Maria Madre della Chiesa da parte del pontefice bresciano suscitò qualche malumore tra i padri conciliari: da un lato vi erano i vescovi tedeschi e austriaci che, in precedenza, avevano suggerito di approfondire la questione con uno studio ad hoc; dall’altro c’era il cardinale Stefan Wyszynski, primate della Chiesa polacca, che aveva supplicato il Papa affinché rinnovasse la consacrazione dell’umanità al Cuore Immacolato di Maria o la proclamasse Madre della Chiesa. Nonostante la commissione incaricata avesse dato parere negativo, la maggioranza dei padri conciliari, in realtà, era tutt’altro che contraria, come testimoniano gli scroscianti applausi che accolsero la proclamazione da parte di Montini (2).