Esistono delle storie che hanno dell’incredibile e che possono soltanto essere categorizzate sotto il nome di “miracoli”. La storia che vi presentiamo infatti è un miracolo avvenuto in Cina.
Una donna fa una scoperta incredibile presso un cimitero della Cina mentre passeggiava nei pressi di un tempio buddista ha sentito dei rumori provenienti dal terreno circostante, Lu Fenglian, questo il suo nome, spaventata, è corsa verso il tempio buddista dove ha chiesto aiuto ad un monaco con cui è tornata nel punto dove aveva sentito i rumori, da lì la sconvolgente scoperta, sotto il terreno era stato sepolto chiuso in una scatola di cartone un neonato che piangeva ed urlava. E’ stata immediatamente avvisata la polizia che prontamente è intervenuta sul posto, hanno estratto dalla terra il bimbo ancora vivo, anche se le sue condizioni destano preoccupazione, infatti il piccolo è stato immediatamente portato all’ospedale più vicino, è stato messo in una incubatrice. I medici esterrefatti mentre lo pulivano accuratamente, hanno notato che il piccolo ha espulso dalla bocca una sostanza nera, che molto probabilmente aveva ingerito mentre era sotto terra.
Il monaco che l’ha salvato ha detto:
“Il piccolo è stato sepolto tra numerose tombe senza nome ed è stato trovato ancora vivo, deve essere davvero benedetto“.
Secondo i medici che l’hanno visitato, il neonato pare sia rimasto sepolto sotto terra per ben 8 giorni e sia sopravvissuto probabilmente grazie alle infiltrazioni nel terreno, dell’acqua piovana. Per chi crede in Dio sa bene che gli angeli custodi sanno fare bene il loro lavoro.
La polizia ha arrestato alcuni parenti del bimbo come la nonna, mentre i genitori non sono finiti in manette per mancanza di prove. Sembrerebbe che la causa del gesto folle sia che il piccolo sia nato con il labbro leporino,che in Cina è considerato come una malattia inguaribile.
Preghiamo per i genitori e per tutte quelle persone che considerano ogni male, ogni difetto, ogni deficit … un qualcosa da eliminare del tutto, compromettendo la vita stessa dei loro bambini.