“A Natale, state con i figli e non venite nel nostro centro commerciale”

E’ un vero #appello di #aiuto, di un #dipendente del #centrocommerciale di Orio al Serio: “Vorremmo veder rispettato il nostro diritto di passare con familiari e amici le festività”.

Attraverso Bergamonews, un dipendente di Oriocenter vuole lanciare questo grido di aiuto Ormai non ci resta che appellarci direttamente ai clienti: non venite nei centri commerciali a Natale e, in generale, durante le festività”.

L’appello arriva in seguito alla notizia della raccolta firme da parte dei dipendenti del centro commerciale di Orio al Serio iniziata dopo l’annuncio della proprietà di voler aprire non solo il cinema ma anche l’area riservata alla ristorazione nelle giornate del 25 dicembre e del 1° gennaio.

“Questo è un appello per tutti i clienti intenzionati a venire a Orio, così come in altri centri nella stessa situazione – afferma B.G., lavoratore di Oriocenter -. Pensate ai vostri figli, chiedetevi se vi può far piacere che durante il pomeriggio di Natale si alzino e e abbandonino la tavola con tutti i familiari presenti. Pensate che qualcuno quel giorno non potrà nemmeno essere presente perché obbligato a lavorare per non rimanere senza posto di lavoro. Non dimenticate che per molti queste feste possono essere una delle poche occasioni per ritrovarsi e stare con le proprie famiglie, con i propri amici, con i propri parenti. Non venite a far spese  o a mangiare al centro il 25 e 26 dicembre. O il 1° gennaio. Nei centri commerciali non vendiamo beni di prima necessità, potete venire il 24 o il 27 dicembre. È vero, nessuno ci guadagna, ma così ci perdiamo tutti. E la situazione può solo peggiorare”.

Come non essere daccordo con questo dipendente, un tempo le festività erano giornate da trascorrere in famiglia, dove insieme si andava alla santa messa e si meditava sull’importanza del Natale e delle festività in genere; oggi a causa dei centri commerciali e della paganità, ogni festa è diventata sinonimo di acquisti e spese.

Torniamo alle origini e ai veri valori della vita.

Rita Sberna