Papa Francesco: Natale nello stile di Dio

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L’udienza odierna si inserisce nel quarto centenario della morte di San Francesco di Sales. Il Santo Padre ci propone dunque una riflessione natalizia, a partire dal pensiero di questo grande Santo, che ci fa a questo punto da compagno di strada, per una più profonda comprensione del mistero.

Ci fa da guida una lettera che il patrono delle missioni scrive a santa Giovanna Francesca di Chantal. In essa leggiamo il parallelo che il santo di Sales fa tra l’immagine del re Salomone, in tutta la sua ricchezza, e Gesù nato in una mangiatoia. E leggiamo questa affermazione: “Ma io preferisco cento volte vedere il caro piccolo Bambino nella mangiatoia, piuttosto che tutti i re sui loro troni”. 

Perché? L’evangelista Luca, raccontando la nascita di Gesù, insiste molto sul particolare della mangiatoia. Questo vuol dire che esso è molto importante non solo come dettaglio logistico, ma come elemento simbolico per capire che? per capire che genere di Messia è Colui che è nato a Betlemme, che genere di Re: chi è Gesù. Guardando la mangiatoia, guardando la croce, guardando la sua vita di semplicità, possiamo capire chi è Gesù. Gesù è il Figlio di Dio che ci salva facendosi uomo, come noi, spogliandosi della sua gloria e umiliandosi (cfr Fil 2,7-8) (…) Il trono di Gesù è la mangiatoia o la strada, durante la sua vita quando predicava, o la croce alla fine della vita: questo è il trono del nostro Re.

Da qui apprendiamo lo stile di Dio. E qual è lo stile di Dio? Non dimenticarlo mai: lo stile di Dio è vicinanza, compassione e tenerezza. Il nostro Dio è vicino, compassionevole e tenero. In Gesù si vede questo stile di Dio. Con questo suo stile, Dio ci attira a sé. Non ci prende con la forza, non ci impone la sua verità e la sua giustizia, non fa proselitismo con noi, no: vuole attirarci con l’amore, con la tenerezza, con la compassione. 

Ci viene proposto poi un altro scritto di san Francesco di Sales. «La calamita attira il ferro e l’ambra attira la paglia e il fieno. Ebbene, sia che siamo ferro per la nostra durezza, sia che siamo paglia per la nostra debolezza, dobbiamo farci attirare da questo celeste piccolo Bambino». Le nostre forze, le nostre debolezze, si risolvono soltanto davanti al presepio, davanti a Gesù, o davanti alla croce: Gesù spogliato, Gesù povero; ma sempre con il suo stile di vicinanza, compassione e tenerezza. Dio ha trovato il mezzo per attirarci comunque siamo: con l’amore. Non un amore possessivo ed egoistico, come purtroppo è tanto spesso l’amore umano. Il suo amore è puro dono, pura grazia, è tutto e solo per noi, per il nostro bene.

Infine la scenda della natività ci parla della povertà. San Francesco di Sales scrive: «Dio mio! quanti santi affetti fa sorgere questa nascita nei nostri cuori! Sopra tutto, però, ci insegna la perfetta rinunzia a tutti i beni, a tutte le pompe […] di questo mondo. Io non so, ma non trovo altro mistero io cui si mescolino così soavemente la tenerezza e l’austerità, l’amore e il ri­gore, la dolcezza e l’asprezza»: tutto questo lo vediamo nel presepio. Sì, stiamo attenti a non scivolare nella caricatura mondana del Natale. E questo è un problema, perché il Natale è questo. 

Veniamo ancora messi in guardia dal “nuovo Natale” che è la caricatura mondana del Natale, che riduce il Natale a una festa consumistica e sdolcinata. Ci vuole fare festa, ci vuole, ma che questo non sia il Natale, il Natale è un’altra cosa. L’amore di Dio non è mieloso, ce lo dimostra la mangiatoia di Gesù. L’amore di Dio non è un buonismo ipocrita che nasconde la ricerca dei piaceri e delle comodità. I nostri vecchi che avevano conosciuto la guerra e anche la fame lo sapevano bene: il Natale è gioia e festa, certamente, ma nella semplicità e nell’austerità.

Infine, l’augurio che può essere per ciascuno di noi, per questo Natale e per il nuovo anno, riguarda la capacità di accettare dalla mano di Dio le cose così come vengono. (…) Non desiderare nulla e non rifiutare nulla, accettare tutto quello che Dio ci manda. Ma attenzione! Sempre e solo per amore, perché Dio ci ama e vuole sempre e solo il nostro bene. Guardiamo la mangiatoia, che è il trono di Gesù, guardiamo Gesù sulle strade di Giudea, di Galilea, predicando il messaggio del Padre e guardiamo Gesù sull’altro trono, sulla croce. Questo è quello che ci offre Gesù: la strada, ma questa è la strada della felicità.