Nell’omelia di questa settimana a casa Santa Marta, Papa Francesco ha afforntato la questione del battesimo ai figli dei divorziati dicendo “Nel mio Paese parecchi parroci non battezzavano i figli delle ragazze madri, perché non erano nati nel matrimonio canonico. Chiudevano la porta, scandalizzavano il popolo di Dio. Senza andare tanto lontano nel tempo e nello spazio, tre mesi fa, una mamma voleva battezzare il figlio appena nato, ma era sposata civilmente con un divorziato. Il parroco ha detto: ‘Battezzo il bimbo. Ma tuo marito è divorziato. Rimanga fuori’. Questo succede oggi”.
Riferendosi al Vangelo il Pontefice ha ribadito : “I farisei, i dottori della legge non sono cose di quei tempi, anche oggi ce ne sono tante. Per questo – ha aggiunto – è necessario pregare per noi pastori. Pregare, perché non perdiamo la chiave della conoscenza e non chiudiamo la porta a noi e alla gente che vuole entrare.
Si dimentica la gratuità della salvezza; si dimentica la vicinanza di Dio e si dimentica la misericordia di Dio. E quelli che dimenticano la gratuità della salvezza, la vicinanza di Dio e la misericordia di Dio, hanno portato via la chiave della conoscenza. Quando manca la vicinanza di Dio, quando manca la preghiera, evidenzia il Papa, “non si può insegnare la dottrina” e neppure “fare teologia”, tanto meno “teologia morale”: per Papa Francesco la teologia “si fa in ginocchio, sempre vicino a Dio”.
Il Papa esorta i sacerdoti a non chiudere le porte della misericordia di Dio ma a donarla senza esitazione.
Rita Sberna