Il Primo viaggio all’estero di un Papa: Paolo VI
Per la prima volta il mondo vide un Pontefice varcare le soglie di uno stato straniero.
Per la prima volta il mondo vide un Papa che desideroso di aprire le porte della fede cristiana, non solo al mondo, ma a tutte quelle religioni che per troppi anni erano state scomunicate dalla santa sede.
Serviva la pace per poter dialogare con ogni essere umano, anche di idee diverse, e Paolo VI° questa risorsa spirituale la trovò proprio nella voglia di portare di riportare il Nome di Gesù Cristo al centro della vita di tutti gli uomini del mondo.
Paolo VI° nella due giorni turca 25 e 26 Luglio 1967, abbracciò l’Arcivescovo Ortodosso di Costantinopoli Atenagora, e fu un abbraccio che profumò la storia contemporanea con una parola nuova per quel tempo, che era il tempo post Conciliare, e questa fraterna parola era Ecumenismo.
Fu uno schiaffo alle scomuniche dei tempi passati, la chiesa era finalmente pronta ad aprirsi al mondo, e a mettere in atto dopo 2000 anni di storia, gli insegnamenti di Gesù Cristo, fraternità e consolazione.
Efeso e Smirne, due tappe che il Papa scelse non a caso, la prima era la città dove nacque Maria, la Madre del salvatore del mondo Gesù Cristo.
La seconda Smirne, teatro di un grave genocidio moderno negato, ai danni del popolo Armeno, tanto che poi 30 anni dopo una bambina di Smirne, racconterà in un best seller da titolo , “ La strada di Smirne “ la verità di ciò che avvenne in quel lontano nel 1922, e questa bimba è oggi la grande Antonia Arslan, Docente di Letteratura italiana e moderna all’Università di Padova.
Il Papa in quel lontano 1967, volle far chiarezza nella storia recente, affermando che la chiesa era più che mai aperta a un dialogo sempre più costruttivo e soddisfacente con i fratelli Ortodossi e con il Popolo Armeno.