Russia: ombre ma anche tante luci di un paese sotto i riflettori del mondo

Russia: ombre ma anche tante luci di un paese sotto i riflettori del mondo

Rinascita religiosa. A differenza dell’Europa occidentale, dove molte chiese vengono sconsacrate, vendute e trasformate in centri commerciali, negli ultimi 30 anni, la Russia ha conosciuto un vero e proprio boom dell’edilizia religiosa, con oltre 30mila nuove chiese. Tale fenomeno non nasce dall’alto ma dalla base popolare: si formano nuove comunità laicali, che si riuniscono e celebrano in scantinati, poi, attraverso raccolte fondi autonome, riescono ad edificare vere e proprie parrocchie. Secondo quanto riferito alla fine dell’anno scorso dal metropolita Hilarion di Mosca, se si manterrà tale ritmo, il numero di chiese raddoppierà nell’arco di 25-30 anni, tornando ai livelli antecedenti alla rivoluzione bolscevica. Riguardo alla pratica religiosa, i numeri sono ancora esigui ma con tendenza alla crescita. I dati del Pew Research Center (2014) rivelano che, nell’arco di 17 anni (1991-2008), la percentuale di russi che si professano cristiani ortodossi è più che raddoppiata, salendo dal 31% al 72%. Nello stesso arco temporale, la percentuale di persone che vanno a messa almeno una volta al mese, è salita dal 2% al 7%.

Pace, geopolitica e rapporti con l’Islam. In Russia, i musulmani sono una minoranza piuttosto consistente che oscilla tra il 6,5% e il 15%, a seconda degli istituti di ricerca. Già nel 2001, Putin aveva dichiarato: “La Russia è un luogo unico al mondo, dove Islam e Cristianesimo hanno convissuto in armonia per centinaia di anni”. Con l’Islam, i russi hanno “molto in comune”, aggiunse il presidente, è “una delle religioni della tradizione russa ed è degno del sostegno del governo”

In Russia, lo stato di convivenza tra le religioni è migliore che nell’Europa occidentale, così come i tassi di radicalizzazione sono i più bassi dell’intero vecchio continente. Mosca ha stabilito rapporti diplomatici privilegiati con le due principali repubbliche sciite: l’Iran e la Siria. È stata in particolare l’alleanza con Assad a sancire la sconfitta dell’ISIS, mentre la Turchia, da avversario, è diventata una nazione collaborativa con Mosca. Rispetto alle potenze occidentali, la Russia ha il vantaggio di non avere alcun passato imperialista da farsi perdonare, né ha mai finanziato, nemmeno occultamente o indirettamente, alcun gruppo jihadista o terrorista, nonostante la quasi totalità dei musulmani presenti sul suo territorio sia sunnita.

Ultimo ma non ultimo: dopo la caduta del comunismo, la Russia è stata la nazione che ha seguito con maggiore scrupolo e coerenza la strada del disarmo. Oltre ad aver caldeggiato fortemente la riappacificazione tra USA e Corea del Nord, suggellata dallo storico accordo per la denuclearizzazione nella penisola, siglato a Singapore lo scorso 12 giugno da Trump e da Kim Jong Un, Putin ha disposto, nel settembre 2017, la distruzione dell’ultimo deposito di armi chimiche rimasto nel paese, a Kizner, nella regione del Volga.

Per queste ed altre ragioni, la Russia può giocare un ruolo decisivo nel peacekeeping e nel dialogo interreligioso a cavallo tra Europa, Asia e Medio Oriente.