Lunedì scorso, un sacerdote italiano è stato rapito in Nigeria, vicino al confine con il Burkina Faso, questo è il secondo rapimento di un europeo, nel paese dell’Africa occidentale quest’anno.
Gli stati dell’Africa occidentale stanno lottando per ottenere il sopravvento sui gruppi jihadisti, compresi alcuni affiliati ad al Qaeda e allo Stato islamico, che sono attivi lungo i confini porosi del Niger sia con il Mali che con il Burkina Faso.
Il rapimento è avvenuto nel villaggio di Bomanga, nel distretto meridionale di Makalondi, a circa 125 km (80 miglia) dalla capitale Niamey.
Martedì, l’arcivescovo di Niamey Laurent Lompo ha detto che padre Pier Luigi Maccalli è stato aggredito e rapito da “individui non identificati” lunedì sera.
Maccalli lavorava a Bomaga da 11 anni come membro della Society of African Missions (SMA), un’organizzazione missionaria cattolica romana.
L’ambasciata italiana a Niamey ha chiesto alle autorità locali di risolvere la questione il più rapidamente possibile, ha detto il ministero degli Esteri italiano in una nota.
Le potenze occidentali, principalmente la Francia ma anche gli Stati Uniti, hanno schierato migliaia di soldati nella semi-arida regione del Sahel per combattere quella che vedono come una crescente minaccia militante islamista che ha come obiettivo sia i civili che i militari.
Rita Sberna