Rafqa (Rebecca) nasce a Himlàya il 29 giugno 1832. Quando aveva solo sei anni rimase orfana della mamma; a undici venne mandata a fare la domestica e continuò questo lavoro fino ai quindici. Il 12 luglio 1871 entrò come novizia con il nuovo nome di Rafqa (Rebecca) nell’Ordine di sant’Antonio dei maroniti .Nella festa della Madonna del rosario nel 1885, chiese a Dio la grazia di partecipare alle sofferenze di Cristo. Fu esaudita e da allora la sua salute cominciò a peggiorare facendola diventare cieca e su una carrozzella. Rafqua ha sofferto per diciassette anni dolori atroci e continui, notte e giorno, ma le consorelle non l’hanno mai sentita lamentarsi . Spesso le tranquillizzava dicendo che elevava un inno di ringraziamento a Dio per le sue sofferenze ed era sempre tranquilla, sorridente, sopportava anche la più grande sofferenza con pazienza, sperando nel Signore che promise: «Con la vostra perseveranza, salverete le vostre anime».Rebecca morì il 23 marzo 1914. Quattro giorni dopo la morte, sulla sua tomba già si respirava odore di santità attraverso miracoli prodigiosi .
Carissimi fratelli in Cristo , ho desiderato iniziare la Quaresima con l’esempio di Santa Rafqua perché ci può guidare benissimo nel mistero di Dio che ci apprestiamo a meditare in questo Tempo di grazia. Lei è stata una donna che nel mistero della sofferenza ha saputo trovare il Signore , proprio in quel momento in cui ognuno di noi si ribella , grida contro Dio Santa Rafqua ha “rintracciato” quel Dio che è pronto a stare vicino a noi soprattutto nei momenti difficili per risollevarci ed amarci . Ma il messaggio su cui oggi mi voglio soffermare non è la sofferenza , bensì la LUCE. Rebecca era cieca, ma ha saputo far entrare dentro il suo cuore la Luce di Dio, quella Luce vera che rischiara ogni tenebra di tristezza , di incredulità e che va oltre le possibilità visive umane . Il filo conduttore di ciò , però è APRIRSI . Aprirsi all’Amore di Dio , alla Sua Parola che è l’unica Parola che sa donarci speranza e certezza e ci modella per farci divenire uomini innamorati di Dio,ma soprattutto aprirsi alla Sua Luce . Abbiamo sempre interpretato la Quaresima come un periodo tetro , buio , ma non è così. Al contrario : La Passione di Nostro Signore Gesù Cristo è Luce. Cristo con la Sua sofferenza offerta per amore ha illuminato il mondo , la nostra sofferenza e la sofferenza di Santa Rafqua , è questa Luce che ha illuminato il cuore di Maria e di Giovanni sotto la Croce il Venerdì Santo quando “il cielo si oscurò” e che si manifesterà ad ogni uomo il Mattino di Pasqua. Cosa colpisce e trasforma il cuore del ladrone pentito che inizia ad anelare al cielo, se non la Luce della Croce ?. Santa Rafqua adorava questa Luce soprattutto nella S.Eucarestia malgrado la Sua infermità fisica poiché come afferma San Tommaso d’Aquino :”La vista, il tatto, il gusto, in Te si ingannano , ma solo con l’udito si crede con sicurezza”.Carissimi illuminati dall’esempio di questa meravigliosa santa, apriamoci in questo Tempo di Quaresima alla Luce di Cristo e proprio come dice Santa Rafqua ” «la malattia accettata con pazienza e riconoscenza purifica l’anima come il fuoco purifica l’oro»”.
Francesco Pio Petrachi