Dal vangelo secondo Matteo
I Magi erano appena partiti, quando un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: «Àlzati, prendi con te il bambino e sua madre, fuggi in Egitto e resta là finché non ti avvertirò: Erode infatti vuole cercare il bambino per ucciderlo».
Egli si alzò, nella notte, prese il bambino e sua madre e si rifugiò in Egitto, dove rimase fino alla morte di Erode, perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: «Dall’Egitto ho chiamato mio figlio». Quando Erode si accorse che i Magi si erano presi gioco di lui, si infuriò e mandò a uccidere tutti i bambini che stavano a Betlemme e in tutto il suo territorio e che avevano da due anni in giù, secondo il tempo che aveva appreso con esattezza dai Magi. Allora si compì ciò che era stato detto per mezzo del profeta Geremìa: «Un grido è stato udito in Rama, un pianto e un lamento grande: Rachele piange i suoi figli e non vuole essere consolata, perché non sono più».
Carissimi fratelli in Cristo , il racconto evangelico che oggi meditiamo , non è certamente uno dei migliori , poiché notiamo dove possa arrivare la pazzia umana per paura di perdere la propria sovranità e potenza. Erode , infatti davanti all’annuncio dell’Incarnazione del Verbo non si apre al mistero per contemplarne la bellezza e l’evento di salvezza , ma al contrario si chiude nella sua umanità , fissa solo il suo interesse e cerca di sbarazzarsi di quel Dio che stava rompendo i suoi piani. Dio era appena entrato nella storia e già l’uomo lo rifiuta , pronto a eseguire qualsiasi azione militare che potesse eliminarlo dalla faccia della Terra. Che mistero! Purtroppo la storia di ieri è la storia della nostra società odierna che cerca in tutti i modi di nascondere Dio , di farlo uscire dalla nostra quotidianità , dalle nostre scuole , dai nostri ambienti di lavoro… è in atto una vera e propria “intolleranza a Dio”. Come se il Dio, il cui volto ci è venuto a mostrare Gesù , venisse con armi e bastoni pronto a dichiarare guerra all’uomo. Lo scenario del Vangelo è il contrario. Un Dio che si incarna in una povera grotta di Betlemme, impotente, al freddo e al gelo. Un Dio che attraverso la Sua Parola di salvezza e le Sue opere ridona all’uomo la sua vera dignità e libertà e che lo rialza dalla decadenza del peccato per farlo risorgere a vita nuova . Tutto ci parla di amore , ma nonostante questo noi perseguitiamo Dio . Si, perché l’Amore ci fa paura, ci mette in gioco , smuove le nostre fragili certezza per aprirci alla speranza di un mondo nuovo , ci chiede di affidarci al progetto di salvezza che Dio ha su di noi e noi ,che siamo nell’epoca del materialismo abbiamo bisogno di tutto e subito , abbiamo bisogno di sentirci importanti e non desideriamo affatto che un Dio venga a rompere il nostro desiderio di prevalere sul fratello. Viviamo una vita in cui , la maggior parte del tempo cerchiamo di prevalere , di essere i più bravi e più importanti e spesso siamo pronti a sacrificare il fratello indifeso e che magari è appena entrato nella nostra comunità o realtà religiosa che diventa “un santo innocente”. Possiamo notare che Erode perseguitando Dio , spezza vite umane. Questo è un messaggio chiaro : quando perseguitiamo Dio , stiamo perseguitando la Vita , la nostra stessa vita eterna , stiamo andando contro noi stessi poiché Dio non è qualcosa estraneo al nostro essere , ma bensì è dentro di noi , nel nostro cuore. Amiamo Dio , apriamoci al Suo evento di salvezza e non perseguitiamolo .Lasciamolo entrare nella nostra storia , certamente non ci darà lo sfratto , ma al contrario ci farà entrare meglio in noi stessi per rivoluzionarci con il Suo Amore.
Francesco Pio Petrachi