«Gravissimo che il Ministero del Lavoro e l’Ufficio Scolastico Regionale per la Lombardia si facciano promotori di un corso totalmente impregnato di ideologia gender indirizzato ai docenti delle scuole Medie, Licei e altri Istituti secondari di secondo grado di Brescia. Si parlerà di “superamento del binarismo” sessuale, e del “processo di transizione e ricadute sulla scuola, nome di elezione, carriere alias”», dichiara Jacopo Coghe portavoce di Provita e Famiglia Onlus.
«Proprio la carriera Alias è uno strumento per trattare bambini ed adolescenti sulla base della loro identità di genere, cioè la soggettiva percezione di appartenere a un certo genere: uomo, donna, transgender, genderqueer, non binario, agender o altro, anche non conforme al sesso biologico. Questo regolamento oltre ad essere illegale rischia di instillare negli studenti il dubbio di essere nati nel corpo sbagliato», gli fa eco Toni Brandi, presidente di Pro Vita & Famiglia Onlus.
«La scuola non può essere il terreno di propaganda delle istanze LGBTQIA+ – conclude Brandi -. Oltre 72.000 genitori preoccupati per i loro figli hanno firmato la nostra petizione in poche settimane. Per questo chiediamo che il Governo intervenga, ritiri il patrocinio del Ministero del Lavoro all’iniziativa ed emani subito delle linee guida per riportare la legalità nelle scuole fermando la Carriera Alias, prima che sia troppo tardi».