20 APRILE 2021
MARTEDÌ DELLA III SETTIMANA DI PASQUA
Santa Sara di Antiochia, Martire
Gv 6,30-35
In quel tempo, la folla disse a Gesù: «Quale segno tu compi perché vediamo e ti crediamo? Quale opera fai? I nostri padri hanno mangiato la manna nel deserto, come sta scritto: “Diede loro da mangiare un pane dal cielo”».
Rispose loro Gesù: «In verità, in verità io vi dico: non è Mosè che vi ha dato il pane dal cielo, ma è il Padre mio che vi dà il pane dal cielo, quello vero. Infatti il pane di Dio è colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo».
Allora gli dissero: «Signore, dacci sempre questo pane».
Gesù rispose loro: «Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai!».
Commento:
Il brano odierno continua a riportare il discorso eucaristico di Gesù. La folla non lo capisce. E noi?
***
La gente voleva un segno da Gesù. Come mai, visto che aveva visto la moltiplicazione dei pani? Essi ne pretendevano altre, qualcosa di paragonabile a Mosè nel deserto, che per quarant’anni aveva dato la manna ai loro padri. Volevano capire se Gesù era superiore a Mosè o meno, in somma, quale calibro di profeta fosse.
Se fosse stato in grado di dare loro quel pane miracoloso per sempre, allora sì che sarebbe stato instaurato il regno messianico da loro sognato!
Invece no. Gesù non intende sfamare le moltitudini. Il suo scopo non è saziare la fame materiale della gente. Il suo miracolo precedente, anche se era stato realizzato in modo molto concreto e materiale, aveva un significato simbolico, e, soprattutto, svelava il suo potere divino.
Invece gli ebrei non trascendono. Restano fermi al livello più basso, quello della materialità.
Il risultato è che le affermazioni di Gesù li sovrastano, non sono in grado di capirle per niente. Cosa vuol dire il Rabbì nell’affermare che Lui è il pane della vita?
E noi, sappiamo rispondere a questa domanda? Duemila anni dopo, siamo in grado di soddisfare l’ipotetica curiosità della folla? O restiamo ammutoliti senza sapere cosa dire?
Gesù eucaristico è per noi veramente il centro della nostra esistenza, non solo a livello religioso, ma in senso assoluto? Lui è veramente il mio tutto? Faccio tutto per Lui e con Lui? Sono domande che ci dobbiamo porre, perché passati i millenni, e dopo gli approfondimenti dottrinali, i miracoli eucaristici e tante manifestazioni sacre del culto eucaristico, noi siamo inescusabili se non facciamo del Signore il polo attorno a cui giri tutta la nostra vita.