Stefano Makula “Ero morto ma un angelo mi ha salvato”
Intervista al grande e bravo apneista mondiale italiano Stefano Makula, per 28 volte è stato primatista mondiale di apnea insieme ai celebri Maiorca e Mayol.
La sua storia ed il suo hobby s’incontrano con l’intervento del suo angelo custode che lo ha salvato nel 1989 nelle acque di Ponza.
La passione per l’apnea nasce in te all’età di 13 anni con i primi tuffi. Ci puoi raccontare?
Certamente. Prima dei miei 13 anni, non avevo avuto mai alcun interesse per il mare, i tuffi. Poi un pomeriggio di giugno del 1967, accompagnai un mio amico a provare un gommone al lago di Bracciano.
Ricordo che la giornata era particolare: il lago era piatto, c’era molto sole, una giornata splendente e si vedeva benissimo il fondo del lago.
Scattò una molla dentro di me e mi decisi a voler raggiungere il fondo.
Quella molla non si è esaurita ed ancora oggi perdura.
I primi fondali furono quelli delle acque della Grecia e della Turchia?
Si, esatto. Da quel pomeriggio di giugno, insieme a questo mio amico, facevamo delle scappatelle, a volte stavamo in acqua per 6 ore consecutive.
Le nostre madri ancora oggi non sanno che anziché stare sotto casa andavamo a fare queste esperienze in acqua.
Poi con la promozione del primo liceo mio padre promise di regalarmi il motorino, però cambiò idea proponendomi una tenda per stare a mare.
Così tutta l’estate la trascorrevamo a mare in Grecia.
Lì ho iniziato a scoprire i fondali e i pesci.
Quando raggiunsi la maturità, mio padre dovette regalarmi un altro premio che fu la scuola di vela a Caprera.
Per essere accettati al corso, bisognava dimostrare di saper nuotare e di saper stare in apnea e fu proprio in quell’occasione che mi resi conto che ero un marziano, ero proprio nato per l’apnea.
Proprio in quei giorni in cui mi trovavo a Caprera, vi fu lo scontro tra Maiorca e Bottesini, quindi scoprii che esistevano i record di apnea … e capii che quella era la mia strada.
Conoscendo la persona giusta cominciai a fare i miei primi record.