Venezia, partorisce in taxi: l’aiuta una vigilessa che si improvvisa ostetrica

Il bimbo aveva tanta fretta di nascere che non ha nemmeno dato il tempo ai suoi genitori di recarsi in ospedale, così è nato in taxi qualche giorno prima di Natale.

Questa è la storia del terzo figlio di una coppia di veneziani, originari del Bangladesh ma residenti a Mestre. Avevano scelto di andare a partorire all’ospedale Civile di Venezia, ma all’altezza del ponte della Libertà, nel taxi che li stava trasportando verso la laguna, la situazione è precipitata e tutto è accaduto molto in fretta.

A ricostruire l’accaduto è stato lo stesso autista, Gianluca Visentin: “Da come la donna si lamentava – ha raccontato il tassista Gianluca Visentin – ho capito che stava per partorire. Così, appena arrivato in piazzale Roma, ho chiesto aiuto agli agenti di turno”. A questo punto l’agente Simona “Nata” Boscolo ha fatto stendere la donna sui sedili posteriori del taxi e, guidata al telefono dall’operatore del 118 che nel frattempo era stato chiamato dal marito, l’ha aiutata a partorire.

“Ho visto che la testa del bambino stava per uscire – racconta – e poco dopo mi sono ritrovata con il piccolo tra le braccia. Seguendo le istruzioni del personale del Suem ho pulito le vie aeree del bimbo, l’ho avvolto in una coperta e l’ho adagiato sul grembo della mamma. E stata un’emozione grandissima, che ricorderò per sempre”.

Ecco chi è la vigilessa che si è improvvisata un ostetrica.

Simona “Nata” Boscolo, originaria di Pellestrina, 29 anni, una laurea in Scienze del linguaggio e un master in disturbi dell’apprendimento, lavora nella polizia locale dal mese di giugno con un contratto a tempo determinato. “Per fortuna esistono persone come lei – dice la vicesindaco Luciana Colle – che con sangue freddo e professionalità ha saputo gestire una situazione delicata contenendo l’emozione. Persone valide, come tutti gli agenti della polizia municipale o gli operatori sanitari, a cui non dobbiamo mai far mancare il nostro sostegno”.