Visita apostolica del Santo Padre a Bahrain: impegno per il dialogo e la pace

Papa Francesco è arrivato ieri a Bahrain (nel Golfo Persico) per il suo 39° viaggio internazionale (dal 3 al 6 novembre) in occasione del «Bahrain Forum for Dialogue: East and West for Human Coexistence». Il Forum riunisce (fino al 4 novembre) uomini, donne e rappresentanti delle diverse religioni di tutto il mondo per promuovere il dialogo, la tolleranza, la coesistenza globale, la fratellanza umana e la pace.

Il Santo padre è il primo Vescovo di Roma a recarsi a Bahrain, questa visita è in continuità con la via del dialogo e della pace intrapresa in modo ancora più deciso in questi ultimi anni.

Ricordiamo a tal proposito la «Lettera Enciclica Fratelli Tutti» (del 2020, di Papa Francesco) e il documento sulla «Fratellanza Umana per la pace mondiale e la convivenza comune» firmato nel 2019 ad Abu Dhabi dal Santo Padre e dal Grande Imam al-Azhar Ahmad al-Tayyib.

Il viaggio apostolico è ricco di appuntamenti anche se due di loro sono particolarmente attesi: da una parte, la visita alla comunità cattolica (stimata in circa 80.000 persone) e d’altro canto l’incontro con il Grande Imam di Al-Azhar Mohamed Al Tayyebb.

Papa Francesco sottolinea il carattere significativo di questa sua visita a Barhain:

«Sono qui da credente, da cristiano, da uomo e pellegrino di pace, perché oggi come mai siamo chiamati, dappertutto, a impegnarci seriamente per la pace».

Siamo tutti chiamati ancora una volta ad essere strumenti di pace. Non è un cammino facile ma se fatto con un dialogo autentico, con amore fraterno e con impegno allora certamente è possibile.

D’altronde, ha ribadito con forza il suo appello alla pace di fronte all’insensata logica bellica del nostro mondo:

«Porto nella preghiera soprattutto i civili, i bambini, gli anziani, i malati e imploro: tacciano le armi, impegniamoci ovunque e davvero per la pace!» e ha ripetuto per tre volte: «tacciano le armi, tacciano le armi, tacciano le armi!»

Dobbiamo capire come cristiani (e uomini e donne di pace) che questi incontri tra religioni non hanno lo scopo di mischiare le religioni in una sola fede. Unirci con le altre religioni (ognuna secondo il suo credo ma nel rispetto dell’altro) permette di lottare con maggiore portata contro i mali dei nostri tempi. È importante che uniti in una sola famiglia umana tutti rifiutano ogni tipo di violenza, fondamentalismo, criminalità organizzata (ad esempio: sfruttamento e schiavitù, profitto, traffici vari…) nel nome delle religioni.

I popoli devono avere a cuore la ricerca della verità e agire con amore in tutte le loro opere smascherando in questo modo la menzogna per non alimentare ulteriore odio e violenza.

Allora solo così un futuro di pace e di speranza sarà possibile.

Interessante un altro particolare riguardo al logo della visita del Pontefice a Bahrain: esso raffigura le due bandiere di Bahrain e della Santa Sede con due mani unite sollevate verso il Signore per implorare la pace (con il simbolo del ramo di ulivo).

Preghiamo ed invochiamo la pace per tutti i popoli e meditiamo su questo passaggio di San Marco:

«Allora si avvicinò a lui uno degli scribi che li aveva uditi discutere e, visto come aveva ben risposto a loro, gli domandò: “Qual è il primo di tutti i comandamenti?”. Gesù rispose: “Il primo è: Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio è l’unico Signore; amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza. Il secondo è questo: Amerai il tuo prossimo come te stesso. Non c’è altro comandamento più grande di questi”. Lo scriba gli disse: “Hai detto bene, Maestro, e secondo verità, che Egli è unico e non vi è altri all’infuori di lui; amarlo con tutto il cuore, con tutta l’intelligenza e con tutta la forza e amare il prossimo come se stesso vale più di tutti gli olocausti e i sacrifici”» (Mc 12, 28- 33).