Il coraggio, la fede e la battaglia di Patrizia Revello, un angelo in cielo

Il coraggio, la fede e la battaglia di Patrizia Revello, un angelo in cielo

Questa è la storia della farmacista Patrizia Revello nata al cielo il 30 gennaio 2016, in seguito ad una pesante ed aggressiva malattia che l’ha sottoposta a 2 anni di calvario.

La morte di Patrizia ha lasciato un grande vuoto nei cuori di chi le voleva bene, in particolare del fidanzato Diego Barbero che in seguito alla sua morte ha fondato l’Associazione Patrizia Revello impegnata a finanziare la ricerca oncologica sul cancro al seno.

 

Quanto tempo sei stato fidanzato con Patrizia?

Ho conosciuto Patrizia nell’estate del 2012, verso fine luglio.  Siamo stati fidanzati per 3 anni e mezzo… fino a quando il Signore l’ha chiamata a sé il 30 gennaio del 2016.

 

     Come hai conosciuto Patrizia?

Ci presentarono una coppia di amici. L’incontro avvenne una sera della seconda metà di luglio. Ci trovavamo in Piazza San Secondo ad Asti che dà su una grande chiesa.

Patrizia quella sera indossava una maglietta e un paio di pantaloni scuri con dei sandali di sughero. Ricordo distintamente che indossava il mio stesso orologio, uno Swatch di colore lilla, il suo colore preferito. Ricordo la sua pelle abbronzata e i lunghi capelli lisci scuri che mettevano in risalto la luce dei suoi occhi, di colore marrone tendente al verde. Mi colpirono molto gli anelli che portava alle mani: in seguito scoprii che si trattava di rosari che aveva acquistato a Medjugorje, mentre al pollice portava l’anello con sopra incisa la preghiera del Padre Nostro.

Quella sera il discorso fu portato, volutamente da questa nostra amica che avevamo in comune, sulla fede per “sondare” le mie opinioni in merito. All’epoca io ero distante anni luce dalla Chiesa.

Le accennai che non frequentavo la Chiesa, ma che stavo “cercando” nei miei studi e nelle mie letture personali delle risposte a dei perché che normalmente tutti a un certo punto della nostra vita ci poniamo. Mi ero da poco laureato in Fisica e all’epoca mi stavo interessando all’Astrofisica ed ero affascinato del fatto che con un’equazione si potesse sintetizzare un sapere enorme, il poter descrivere le meraviglie dell’universo, un universo straordinariamente intelligibile: tutto questo aveva già acceso in me da tempo l’idea che “Qualcuno” avesse pianificato tutto e dato poi avesse dato una spinta…il famoso il “momento angolare” a questa grande giostra. Furono infatti questi ultimi miei ultimi studi ad aprirmi la mente e accendere in me nuovi interrogativi che pretendevano una risposta.

Quella sera ricordo che Patrizia mi raccontò di Lourdes, dove era stata diverse volte con l’Unitalsi come volontaria, dell’acqua miracolosa e del fatto che si esce “asciutti” dopo aver fatto il bagno nelle piscine. Lei stessa mi raccontò che, prima dell’immersione era incredula, ma che si dovette ricredere subito dopo aver fatto il bagno, perché notò che dopo essere uscita dalla vasca sebbene ancora gocciolante, in un attimo si potette rivestire senza bagnare i vestiti. Ricordo ancora che mi disse che aveva sentito dire o forse letto da qualche parte, che quell’acqua avesse delle particolarità forse legate allo spin dell’elettrone. A questo punto il discorso accese in me un interesse particolare e ricordo che le dissi che la prova che ritenessi più convincente dell’esistenza di Dio fosse proprio la “stabilità” di una particella subatomica, il protone, e che noi esistiamo proprio grazie al fatto che essa è statisticamente stabile e che la cosa non la ritenessi affatto una casualità, ma voluta da Dio.

Patrizia, dal lato suo, avendo un’ampia cultura scientifica e, in particolare, nel settore medico e farmacologico, come scoprii in seguito, mi spiegò che a livello cellulare avvengono un’infinità di reazioni biochimiche e che sarebbe assurdo credere che questa cascata di reazioni sia puramente casuale e non prestabilita da Dio.

 

     Patrizia era farmacista, e già prima della malattia aveva sempre avuto una grande fede al punto di avvicinare chi era lontano da Dio?

Assolutamente si!  Patrizia mi aveva detto, varie volte, che voleva salvare più anime possibili, specialmente i suoi amici più cari, ancora distanti  dall’amore di Dio: a questo proposito mi diceva “Dio si rallegra più per un’anima che si converte e che ritorna alla Casa del Padre che per tante anime già giuste”. Infatti è proprio un suo caro amico d’infanzia di nome Claudio che, in una sua personale testimonianza, ricorda come Patrizia lo convinse diversi anni fa, a riconciliarsi con Dio, confessandosi proprio nella chiesa di San Secondo in Asti, dove ci eravamo conosciuti. E poi numerose altre sue amicizie ricordano quanto lei si prodigasse in questo.

 

      Lei era devota al Sacro Cuore di Gesù, alla Regina della Pace e a Madre Speranza di Collevalenza. Raccontaci

Ci sarebbe molto da raccontare. Per portare un esempio, ricordo che la domenica eravamo soliti recarci alla messa delle 18:00 al Santuario della Madonna del Buon Consiglio a Castiglione Tinella, dove il rettore Don Filippo Torterolo divenne presto un nostro caro amico oltre che la nostra guida spirituale. Ricordo distintamente che ci sedevamo in un’ala della chiesa che dà direttamente sull’altare. Finita la messa Patrizia, dopo aver acceso una candela alla Madonna, era solita pregare davanti al quadro miracoloso della Madonna del Buon Consiglio e, lo so per certo, pregava per la mia conversione. Terminate poi le suppliche alla Madonna, mi diceva: “vado a salutare Gesù” e allora si spostava dall’altro lato del Santuario dove, a quel tempo, vi era il tabernacolo e sopra di esso un grande quadro di Gesù Misericordioso, con ai suoi piedi un inginocchiatoio. Patrizia si inginocchiava lì per diversi minuti in silenzio a pregare. Patrizia era molto devota alla Madonna, ricordo che recitava quotidianamente il Rosario, a volte in collegamento con Lourdes, dove era stata più volte come volontaria ad assistere i malati, recitava il Rosario a Dio Padre e poi era innamorata di Medjugorje.