Annalisa Sereni “Semplicemente una mamma”
Annalisa Sereni è una giovane mamma, moglie e medico, ha 7 figli (5 femmine e 2 maschi) di cui l’ultimo nato con la Trisomia 21 di nome Gabriele. Ha scritto in merito alla sua vita di mamma, un libro dal titolo “Semplicemente una mamma”, con la prefazione di Pupi Avati.
Nel libro Annalisa, dà testimonianza ai lettori della bellezza di essere madre di 7 figli di età diversa e con caratteri differenti, ma soprattutto con la nascita del suo ultimo arrivato Gabriele, testimonia che la trisomia 21 o la sindrome di down, non sono un ostacolo sia per il piccolo che per chi gli sta accanto. Il vero male è l’aborto (per coloro che d’innanzi a ciò si fermano e decidono di uccidere una vita).
Sei nata in una famiglia numerosa. Sono stati i tuoi genitori a coinvolgerti nel formare, a tua volta, una famiglia numerosa?
Devo dire di si perché per me è stato un grande arricchimento il fatto di aver avuto, 4 fratelli più piccoli di me. I miei genitori facendomi questo regalo di avere tanti fratelli, mi hanno trasmesso un apertura alla vita molto forte. L’istinto materno, si è sviluppato in me molto velocemente. Anche i miei fratelli, a loro volta, hanno tanti figli.
Quando vivi bene nella tua famiglia, questo ti permette di essere più aperta alla vita e di crearti una famiglia numerosa.
Hai 7 figli di età diversi, sia adolescenti che bambini. Come ti rapporti con ognuno di loro?
Nonostante siano fratelli, ognuno di loro ha delle caratteristiche peculiari e caratteriali diverse. C’è il figlio più dolce, quello più scalmanato, quella più chiacchierona, quello che non parla mai … c’è una bella varietà! Per cui rapportarsi con ognuno di loro vuol dire guardarli singolarmente, e cercare di capire come interfacciarsi alle loro caratteristiche.
Bisogna saperli conoscere ed intendere e capire quale sia il loro linguaggio preferenziale.
E’ una bella sfida con 7 figli ma allo stesso tempo è molto divertente.
Qual è la fatica ed il sacrificio più grande di essere una madre di 7 figli?
Diciamo che la gestione quotidiana può essere faticosa nell’organizzare i vari impegni di tutti. La cena a volte è sempre più complicata, soprattutto la preparazione perché quando siamo tutti a tavola è bellissimo.
Bisogna avere una disponibilità di cuore e di testa per ascoltare le esigenze di tutti e cercare di andare incontro ai bisogni di ognuno di loro.
Il 7°figlio è quello più speciale con la Trisomia 21 ovvero la sindrome di down. Tu e tuo marito, eravate decisi sin dal primo momento che avete scoperto questa caratteristica di Gabriel, di accoglierlo nella vostra vita?
Sicuramente! Abbiamo saputo che nostro figlio aveva la sindrome di down per caso, al ritorno dalle vacanze, avevamo effettuato un ecografia solo per accertarci del benessere del nascituro, ed in quell’occasione è uscito fuori il sospetto che il bimbo avesse la sindrome di down.
Abbiamo rifiutato l’amniocentesi perché saperlo con certezza non ci importava più di tanto perché l’avremmo scoperto al momento che fosse nato senza mettere a rischio la vita del bimbo attraverso quell’esame.
Abbiamo programmato solo gli accertamenti e gli esami che accertavano il benessere della sua crescita. Chiaramente ho scelto di partorire in un centro di eccellenza, con personale competente. E così siamo andati avanti.
Prima della nascita di Gabriele, sapevo ben poco della sindrome di down. Mi sono documentata quando Gabriele è venuto alla luce. La terapia che molti medici propongono è l’aborto, ma non è una terapia ansi …