Arriva nelle librerie per l’edizioni San Paolo, l’epistolario di don Santoro alla vigilia del suo tredicesimo anniversario dell’assassinio
Don Andrea Santoro, sacerdote del clero romano “fidei donum” a Trabzon, in Turchia fu colpito a morte mentre pregava nella sua chiesa, il 5 febbraio 2006 e per tale anniversario, è da poco uscito in tutte le librerie il suo Epistolario dal titolo “L’anima di un pastore”.
Il clero di Roma che ha avuto l’occasione di conoscere don Andrea, ha tutt’oggi un ricordo di lui come una persona straordinaria e coraggiosa, è la sorella Maddalena che in occasione di alcune interviste spiega come sarà strutturato il libro.
Il testo si dividerà in quattro parti: le lettere alle comunità parrocchiali e a gruppi, quelle ai superiori, quelle ai genitori e infine le lettere a privati. Ricordiamo che don Andrea ha svolto il suo ministero sacerdotale per ben 30 anni e quindi queste lettere riassumono tutti gli anni in cui fervorosamente e con carità, ha dedicato la sua vita al Signore e alle anime di chi cercava in lui una parola di conforto e un aiuto concreto.
La maggior parte delle lettere risalgono agli anni tra il 1980 e il 2006, quelle rivolte ai genitori risalgono invece dal 1960 invece la prima lettera che don Santoro scrisse ai suoi superiori risale al 1958. E’ un riassunto della sua vita sacerdotale.
In tutto sono state pubblicate 164 lettere all’interno dell’Epistolario.
La sorella Maddalena dice che tutto questo materiale è stato ricavato dal computer di don Andrea che dalla sua libreria. Il tutto è stato archiviato dall’associazione don Andrea Santoro per la diocesi di Roma.
Chiaramente è un lavoro che dura da anni, il tutto è cominciato nel 2007 ed è stato portato avanti dalla sua piccola equipe che oltre ad occuparsi delle ricerche, delle lettere e del materiale riguardante don Andrea, si è anche interessata a curare l’uscita di altri due libri: “Diario di Terra Santa” (2010) e “Un fiore dal deserto” (2015).
Il desiderio di don Andrea Santoro era quello di far conoscere la missione in Medio Oriente, quella stessa terra dove lui è volato in cielo nel bel mezzo di un momento di preghiera che il sacerdote stava facendo in chiesa.
Nel 2006 era uscita la raccolta delle “Lettere dalla Turchia” curata dallo stesso sacerdote, tra quelle lettere si legge una frase da lui scritta che vogliamo riportare:
«Solo di una cosa bisogna avere paura: di non essere cristiani, di essere, come diceva Gesù, un «sale senza sapore», una luce spenta o un lievito senza vita».
Rita Sberna