Giulia Michelini ” Invece di abortire, ho scelto di far nascere mio figlio”

Giulia Michelini

In queste domeniche vanno in onda le repliche del  ritorno della #Regina di #Palermo, #RosyAbate che per tante stagioni ci ha tenuto compagnia in “Squadra Antimafia”, la mafiosa è interpretata dalla bravissima Giulia Michelini, nella realtà una persona molto timida e riservata anche davanti alle telecamere, diversamente da come la si vede in azione sul set.

Giulia Michelini oggi è una donna di 32 anni ma all’epoca, quando rimase incinta di suo figlio Giulio Cosimo, era soltanto una ragazzina di 19 anni, figlia di due magistrati napoletani.

A quel tempo sia i familiari che chi le stava accanto le consigliavano di abortire e come ha raccontato in un’intervista a Vanity fair la Michelini ha detto che tutti le dicevano “ un figlio alla tua età ti rovina la vita”.

Così Giulia fissa l’appuntamento per abortire «All’appuntamento sono andata da sola. È stata chiamata una ragazza, poi un’altra, non so neanche io che cosa mi ha portato ad alzarmi; so solo che a un certo punto sono andata via» (Vanity Fair).

Poi una volta andata via Giulia racconta «Ero nel panico totale. Una volta uscita, sono entrata in una cabina telefonica per chiamare mia madre. Sull’apparecchio c’era un elastichetto da bambina, non ricordo se con due cubetti o due ciliegine. Lo so, è stupido, ma vedendolo mi sono detta: va bene così, sto facendo la cosa giusta». (Vanity Fair)

La Michelini in quel periodo viveva una storia complicata con un ragazzo più grande di lei di 8 anni, che l’ha portata a frequentare ambienti poco sani della vita romana e sapeva benissimo che una volta dato alla luce il bambino, col papà del piccolo, la storia non sarebbe durata.

«Non credevo molto nel rapporto con il padre; anzi, a dirla tutta, sapevo che sarebbe finita e che sarei rimasta sola con mio figlio, ma è come se questa cosa mi avesse dato una spinta in più». (Vanity Fair)

«Sentivo che questa decisione dava una definizione ai miei contorni, mi consentiva di vedermi, di esserci. In quel momento forse avevo bisogno di sentirmi viva. A quell’età non desideravo un figlio, volevo indipendenza, sentirmi libera di andare come un treno, ma questo bambino, dandomi un peso specifico, credo che mi abbia salvato la vita. Ha allontanato la mia parte autolesionista, senza di lui è probabile che mi sarei persa.

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