Il Beato Secondo Pollo : “il presbitero è radicalmente al servizio degli uomini: è ministro della loro salvezza”

Il Beato Secondo Pollo entrò in seminario a 11 anni, vi rimase fino al compimento degli studi liceali per poi iniziare quelli teologici a Roma. Il 15 agosto fu ordinato presbitero dall’allora arcivescovo della diocesi di Vercelli Giacomo Montanelli. Con l’inizio della guerra decide di seguire i giovani e, pur con una rilevante menomazione all’occhio sinistro, chiede di diventare cappellano militare, venendo nominato tenente cappellano del 3º battaglione “Val Chisone” della Divisione Alpina Alpi Graie. Verso la fine del 1941 il battaglione viene inviato in Montenegro a Cervice. Il 26 dicembre, mentre soccorreva un ferito, viene colpito da un proiettile che gli recide l’arteria femorale; ciò gli provoca la morte per dissanguamento.

Chiara Lubich , riferendosi alla vocazione diceva :”Dio chiama nell’Amore”. Questo è il caso del Beato Secondo Pollo, con la differenza che in questo caso Dio l’ha chiamato alla casa del Padre,infatti il Beato morì colpito da un proiettile mentre soccorreva un ferito. Una storia commuovente che ci fa vedere un prete che si accosta al dramma dell’uomo , che si immerge nella sofferenza atroce che procura la guerra per portare l’Amore di Dio lì dove niente e nessuno parla d’amore , ma solamente di odio. Tale figura mi fa pensare alla frase detta dal nostro Santo Padre Francesco nell’Evangelii Gaudium :”Preferisco una Chiesa accidentata, ferita e sporca per essere uscita per le strade, piuttosto che una Chiesa malata per la chiusura e la comodità di aggrapparsi alle proprie sicurezze ” .Il Beato Secondo Pollo è l’immagine di tutto ciò , di una Chiesa che esce per andare incontro ai drammi dell’uomo , una Chiesa che condivide le ferite dell’anima e del corpo causate dall’odio per portare anche lì il soffio vitale dello Spirito Santo , senza però dimenticare che Cristo è il centro di tutto , che bisogna amare per far circolare il Suo Amore nelle vite degli altri per santificarli otre che sanarli fisicamente. Spesso giudichiamo troppo facilmente i nostri sacerdoti poiché pronti con le pietre delle critiche alla prima caduta da loro vissuta , ma se solo se ci guardassimo e dicessimo come ci indica Maria a Medjugorie :”Io sto pregando per questo sacerdote? Mi sto rendendo conto che lui è l’Alter Christus ?”. Anche noi laici abbiamo davanti agli occhi di Dio una grande responsabilità poiché noi come popolo siamo chiamati a sostenere la missione del nostro sacerdote ,poiché se andassimo contro il nostro parroco staremmo andando contro Cristo . La preghiera cari fratelli in Cristo è l’essenziale che manca oggi a noi cristiani . Preghiamo di più e parliamo di meno sui nostri sacerdoti e vedremo come fioriranno sacerdoti santi che sapranno attingere dalla S.Eucarestia per sanare come ha fatto il Beato Secondo Pollo le ferite del’uomo. Come diceva Benedetto XVI :”Proprio perché appartiene a Cristo, il presbitero è radicalmente al servizio degli uomini: è ministro della loro salvezza, della loro felicità, della loro autentica liberazione, maturando in questa progressiva assunzione della volontà di Cristo, nella preghiera, nello “stare a cuore a cuore” con Lui”. Lo stesso Gesù nel discorso in Sinagoga disse :”Lo spirito del Signore mi ha portato ha recare ai poveri il lieto annuncio..” Questo è quello che dobbiamo chiedere a Dio per i nostri sacerdoti : che siano santi , che sappiano andare nel mondo attingendo sempre e comunque dallo “stare a cuore a cuore” con Lui.

Francesco Pio Petrachi

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