No grazie, preferiamo la Pace!

Colombe pace
Foto: CC0 Pixabay

Lo staff di Cristiani Today, come chiunque, sta seguendo con grande apprensione e angoscia gli sviluppi della guerra in Ucraina. Erano più di vent’anni che l’Europa non era scossa da un conflitto di tali dimensioni. Sono ancora vivi nei ricordi di molti di noi, la guerra civile nell’ex Jugoslavia (1991-1995) e l’attacco delle forze NATO alla Serbia (1999). Stavolta, però, la posta in gioco è molto più ampia e le conseguenze saranno di natura non solo geopolitica ma energetica ed economica. Affronteremo cambiamenti tanto radicali e drammatici come non se ne vedevano dalla metà del secolo scorso: cambiamenti di cui, però, è difficilissimo prevedere la natura e la portata.

Di fronte alla quantità diluviale di informazioni, ci limiteremo a individuare alcuni punti fermi, su cui ci impegniamo non cambiare rotta. Il primo e il più importante: siamo per la Pace senza se e senza ma. Ogni sforzo diplomatico dovrà essere messo in campo per fare dialogare le due controparti nel conflitto e tutti i soggetti a vario titolo coinvolti. Per questo motivo deploriamo tanto l’intervento militare russo, quanto la fornitura di armi all’Ucraina da parte dei governi europei, a partire da quello italiano.

La nostra, non scontata, opzione per la pace, ci spinge anche a prese di posizione che a qualcuno risulteranno poco gradite. Non ci piace per nulla, ad esempio, la montante e improvvisata propaganda anti-russa che sta chiamando in causa anche il popolo russo stesso, di certo non responsabile del conflitto, e persino illustri personaggi del passato, a partire da Fëdor Dostoevskij, di cui appena quattro mesi fa, su queste colonne, avevamo ricordato il bicentenario della nascita. Si va dalle vicende ai limiti del surreale dell’esclusione dei gatti russi dai concorsi di bellezza felini, al cambiamento di nome per i cocktail o per le pietanze gastronomiche, fino al trattamento umiliante riservato ad accademici come Paolo Nori e Alessandro Orsini, o a musicisti come Valery Gergiev. Per arrivare all’increscioso episodio del bambino aggredito a Brescia da coetanei solo perché russo. Il vero “capolavoro”, comunque, l’ha messo a segno Facebook, nel momento in cui ha rimosso la censura ai post che inneggiano all’odio contro i russi. Siamo per la pace e a favore di tutti i popoli e non permetteremo che gli errori di un governo debbano ricadere sui suoi connazionali o su persone che non hanno alcuna colpa se non quella dell’onestà intellettuale o della mancanza di pregiudizio.

Tanto sono inutili le armi, quanto sono utili e opportuni i corridoi umanitari. La Polonia, in questo senso, si è dimostrato il Paese più saggio, aprendo alle centinaia di migliaia di rifugiati ucraini e, al tempo stesso, non lasciandosi provocare dalle manipolazioni americane in funzione anti-russa. Una cosa, però, va puntualizzata: se l’accoglienza sarà messa in pratica, non dovrà essere condizionata dallo stato vaccinale dei profughi. Al tempo stesso, nessuno dovrà approfittare della nuova manodopera a basso costo disponibile, per rimpiazzare posti di lavoro un tempo occupati da lavoratori italiani licenziati per mancato obbligo vaccinale o per altri motivi.

Siamo per la pace e per il dialogo, in particolare per un motivo: non è ammissibile nessuna guerra, tantomeno quelle a sfondo religioso. A maggior ragione, è inammissibile una guerra tra popoli cristiani, ancorché di diversa confessione. Già nel 1980, a muro di Berlino ancora in piedi, San Giovanni Paolo II parlò di un’Europa dai “due polmoni”, quello “occidentale” e quello “orientale”. La vera Europa – ben diversa dall’attuale Unione Europea – non si fonda né sugli eserciti, né sul denaro ma sulle comuni radici cristiane. Cattolici e ortodossi sono fratelli lontani che hanno preso strade diverse. In mille anni, i loro cammini si sono più volte di nuovo incrociati, talora all’insegna dello scontro, talora dell’incontro. Arriverà il giorno, in cui le due comunità si incontreranno per l’ennesima volta e in modo definitivo, quindi si riconcilieranno, come Giuseppe si riconciliò con i fratelli durante la schiavitù d’Egitto. La nuova Europa, “dall’Atlantico agli Urali”, sarà unita non nel nome di meschini interessi ma in nome di Cristo e Maria e le diversità un tempo cagione d’odio e di divisione, saranno fonte d’amore e di ricchezza. Una ragione in più per credere nella Pace, quella vera e sperare anche quando i venti contrari sono più potenti di un uragano.